Buon Natale alla Scuola Pubblica Italiana

Ultima modifica 20 Giugno 2019

 

Buon Natale

Regalo n.1: La Riforma Gelmini

Regalo n.2
Il docente è già stato equiparato al grado di lavoratore dell’amministrazione pubblica a giugno 2013.
Prima di fare qualche irrimediabile errore dobbiamo correre a leggere gli articoli 11,12 e 13 del Codice di comportamento valido per la Pubblica Amministrazione.
Siamo amministrativi ormai, sotto ogni punto di vista e non c’è peculiarità nell’avere dai 40 ai 50 bambini da gestire…non esiste. Dobbiamo tenere lo stesso comportamento al “pubblico” di chi riceve e smista mail o di chi lavora all’anagrafe. A parte la mancanza di un minimo riconoscimento al diverso tipo di responsabilità che destabilizza appena un po’…lo possiamo reggere.

Regalo n.3
Ora il nuovo regalo alla scuola italiana è arrivato: a Natale 2013, puntualissimo, arriva il “Dimensionamento”…no, non quello degli insegnanti comuni e neanche quello degli insegnanti di sostegno. Dimensionano direttamente le scuole.
Il progetto c’è da almeno 10 anni…quale momento migliore per metterlo in pratica?
Sono state censite almeno 10.000 scuole con una soglia di 50 alunni. Queste andranno a chiudere per essere accorpate ad altre. Si farà eccezione per scuole di montagna e di paesi isolati (lontani dalle coste).
Si lascerà (e si sta lasciando) libera scelta ai Comuni che conoscono il territorio meglio di chiunque altro…
Il Ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza, nell’intervista riportata nel mensile “Tuttoscuola” di ottobre, dice: “Penso che siano gli enti locali o le unioni di comuni a dover decidere e che siano da sviluppare in modo virtuoso le alleanze. … se risparmiate potete reinvestire localmente, secondo me il meccanismo funziona…Se noi invece pensiamo che i risparmi vanno in economia, chiaramente nessuno sarà portato a fare dei risparmi. Se diciamo: se vi riorganizzate, quello che guadagnate lo reinvestite localmente, per accrescere il tempo scuola o per fare qualcosa di più, allora probabilmente questo meccanismo può funzionare”.
Chiudere una scuola, creare grandi masse di studenti che si muovo tra comuni, organizzare i trasporti pubblici a giro più ampio anche per bambini piccoli (per conoscenza, non so se tutti sanno che in moltissimi pulmini gestiti dai comuni che raccolgono piccole utenze dai 6 ai 13 anni c’è solo l’autista senza sorveglianza…quante cose poco simpatiche accadono nei pulmini): ci sarà un risparmio per i Comuni…forse, ma non per le famiglie dell’utenza.
Questi provvedimenti saranno poi a favore di un “percorso scolastico” migliore? (Sempre che sia questo lo scopo ideologico).
Il numero dei bambini che andranno a scuola lontano dalle loro abitazioni crescerà in modo esponenziale: le scuole saranno tutte attrezzate per ricevere un maggior numero di alunni in classi che già esplodono? Sarà necessario costruire nuove scuole o apportare ampliamenti in quelle già esistenti? Il risparmio da reinvestire lo vorrei vedere.
Questo processo inoltre taglierà molti Dirigenti scolastici perché si sfalderanno i Circoli Didattici (che comprendono scuole di primo grado a volte accorpate con quelle dell’infanzia) per fare spazio agli Istituti Comprensivi in cui si accorpano scuole di diverso grado in verticale: infanzia – primaria – secondaria di primo grado. Ce ne sono già molti nelle piccole realtà abitative.
L’Istituto Comprensivo mira ad accompagnare l’individuo nella sua crescita scolastica in tutti i suoi gradi, seguendo un’idea pedagogica anche interessante, valida per i paesi o i piccoli centri, in cui la “filiera” di scuole ne comprende una per grado. L’utenza lì non sceglie…ci va.
Ma in una città di media grandezza come Perugia, ad esempio, essendo molte le scuole a disposizione, l’utenza sceglie di andare dove vuole per motivi didattici o familiari. E lo fa anche molto spesso.
Quindi risulta piuttosto improbabile che un alunno frequenti le scuole di un istituto comprensivo dall’inizio alla fine.
Qual è allora il senso di questa organizzazione, se non puramente economico?
Per di più, ma questo è un mio pensiero forse anche sbagliato, la dirigenza di un Istituto Comprensivo di 2.000 alunni potrà avere la stessa sensibilità e conoscenza pedagogico-didattica per tutti i gradi scolastici a lei sottoposti? Riuscirà a stare dietro a esigenze tanto diverse sia a livello di utenza che a livello di docenti?
Si dice che le cosiddette figure strumentali (insegnanti impegnate nei vari aspetti del POF – Piano dell’Offerta Formativa) potrebbero costituire un vicariato della dirigenza stessa per sopperire alle esigenze delle varie realtà così diverse…ma nessuno parla.
Mentre il dimensionamento è già partito, nella scuola c’è silenzio. Un silenzio dettato dal non sapere cosa accadrà.
Ancora chi decide è lontanissimo da chi lavora.

Buon Natale a tutte le scuole pubbliche italiane che per fortuna aprono ancora le porte ai nostri figli.

Ylenia Agostini

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