Ultima modifica 6 Novembre 2015

 

La moda può svolgere un ruolo sociale? Domanda da un milione di dollari e la risposta viene dal Brasile, da uno dei luoghi meno probabili: la favela di Vidigal a Rio de Janeiro, dove ha aperto i battenti la “Casa Geracao Vidigal”, un vero e proprio epicentro di creatività e metamorfosi sociale.

brasilVestiti e stoffe appesi alle grucce, locandine sui muri bianchissimi e uomini, donne, ragazzi col volto e le braccia brune che si affaccendano in ogni angolo: c’è l’apprendista sarta, che taglia e cuce, e la giovane modella che sfila in cortile, aggraziata e concentrata nel suo compito, tra muri sbrecciati e ricoperti di graffiti. È uno scenario surreale, quello della scuola di moda carioca e, lo diventa ancora di più, se si pensa che, fino a poco tempo fa, la favela di Vidigal era terra bruciata, in mano ai trafficanti di armi e di droga.

Nadine Gonzalez – consulente di moda francese – in combutta con la brasiliana Andrea Fasanello, lanciò una scommessa che poteva sembrare azzardata: aprire una scuola di moda diretta a “studenti difficili”, ex carcerati e prostitute di una delle tante favelas di Rio de Janeiro. Taglio, cucito, modellismo, stilismo, marketing per i prodotti di moda: i percorsi possibili sono diversi e non si risolvono solo nell’ambito della formazione professionale.

brasil2La scuola prevede, infatti, anche la creazione di vere e proprie collezioni e una boutique per la commercializzazione dei prodotti. L’esperimento sembra riscuotere il riscontro sperato: sono molti i giovani che hanno deciso di cimentarsi nel percorso. Alcuni vengono da Rio, altri da località più lontane, molti sono nati e cresciuti a Vidigal. Tutti, però, hanno un punto in comune e, sul blog della scuola, raccontano di come – sin da piccini – abbiano coltivato e custodito gelosamente, come si fa con i sogni, la passione per la moda e l’adorazione per qualche irraggiungibile star come, per esempio, Beyoncé.

Casa Geracao Vidigal nasce dall’esperienza di Nadine Gonzalez: giornalista e consulente di moda francese che, dopo anni di lavoro a Parigi e a Copenhagen, ha deciso di esplorare una delle città più vitali e, allo stesso tempo, “difficili” dell’emisfero Sud, Rio de Janeiro. A contatto con il cuore pulsante della città carioca, Nadine ha iniziato a cercare una connessione tra il mondo della moda e il complesso terreno sociale di Rio: è nata così, nel 2006, l’associazione “Community Fashion Lab”, che ha iniziato a coinvolgere ex prostitute e donne emarginate all’interno dei circuiti creativi del mondo della moda, portandole a contatto anche con personaggi, come Carla Bruni, Sarah Lerfel, e muovendo i primi passi verso l’apertura di Casa Geracao Vidigal.

Si può sognare e realizzare i sogni con un piccolo aiuto.

Paola Lovera

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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