Cronache dal paradiso

Ultima modifica 21 Maggio 2018

Signore mie, già diventare mamma oggi coi tempi che corrono, non è certo impresa facile. Se poi vivi in Italia, con quello che si sente in giro, diventa una vera e propria mission. Spesso si incorre in una vera e propria “mission impossibile” e purtroppo ad aiutarti non c’è certo il bello e atletico Tom Cruise… qua tutt’al più se “ci dice culo” ci ritroviamo Alvaro Vitali!

Ma a volte basta solo vedere il bicchiere mezzo pieno!

Sono una mamma di 33 anni, alle prese con una duenne (e mezzo) bisbetica non ancora domata, alla spasmodica ricerca di un centro di recupero full open per bambini iperattivi allergici alle regole, refrattari alle imposizioni e intolleranti, ahimè, pure alla camomilla!!!!

Mi chiamo Francesca e la bisbetica affettuosamente ribattezzata princi-peste si chiama Emma.

Viviamo in Sardegna, isola meravigliosa, tanto decantata da poeti e artisti: il grande Fabrizio De Andrè la descrisse come luogo che avrebbe consigliato al Buon Dio di regalarci come Paradiso!

Inutile dire che per una sarda d.o.c. come me, il solo pensiero di rinunciare ai nostri splendidi paesaggi ancora incontaminati, al mare cristallino, alla genuina ospitalità dei suoi abitanti e al sole che instancabile splende quasi tutto l’anno, viene l’orticaria!

Io e Emma viviamo a 30km da Cagliari in un paesino di poco più di 3000 anime, a 3 km dal mare, che si chiama Villa San Pietro, sebbene io non sia originaria del luogo: per ben 21 anni da quando ne avevo 2 e mezzo ho abitato in un complesso residenziale di 2000 abitanti, a circa 15 km da qui, che per noi rappresentava l’ombelico del mondo e che per tutta la mia infanzia e adolescenza è stato proprio il Paradiso descritto da De Andrè. Immersi nel verde, eravamo una piccola comunità, una specie di tribù: le attività sportive, la piscina, l’asilo, la scuola, il parco giochi, tante iniziative che coinvolgevano grandi e piccini, un vivere insieme ma soprattutto un condividere che non ti faceva mai sentire solo, ma parte di un’unica grande famiglia.

Ora, non si pensi che sotto gli effetti di funghi stupefacenti avessimo messo su una qualche setta mistica, ballando allegramente nudi intorno al fuoco. Non era nulla di tutto ciò, ma semplice spirito di aggregazione, voglia di stare assieme.

Forse ci siamo talmente disabituati a questo tipo di legami oggigiorno, da esserne addirittura spaventati, ma vi giuro che la “me” bambina li ricorda nostalgica: è per questo che non amo la città, il traffico, la freddezza dei rapporti di condominio. Ricordo ancora le stradine non asfaltate, noi bambini a rincorrerci nei campi vicino casa e la voce di mamma che rimbombava nel silenzio tra gli alberi e, io sudata e sudicia, già sentivo odore di sculaccioni ancor prima di quello del maialetto arrosto per cena!!!

Ero una bambina felice!!!

Ed è questo il bicchiere mezzo pieno che vorrei per Emma oggi: i tempi sono drasticamente cambiati, è vero, e ansiosa patologica come sono, non credo riuscirò a concederle la libertà che è stata concessa a me. Sarei terrorizzata dai vari “fantasmi” con cui i mass-media ci bombardano quotidianamente, tesi a ricordarci che l’UOMO NERO esiste eccome, qualora avessimo deciso di lasciarlo nelle nostre camerette di bambine, ma è pur vero che vivere in un paese come il nostro, aiuta le mie psicosi di madre!

Villa San Pietro offre ampi spazi per poter passeggiare lontano dal traffico, parco giochi e centro di aggregazione sociale che coinvolge i bambini e ragazzi, attività ludiche e biblioteca, insomma un piccolo mondo a misura di bimbo. Le strutture sanitarie a parte una guardia medica nelle immediate vicinanze e una farmacia non ci sono e per esigenze che vadano oltre la tachipirina e una suppostina nel culetto ci dobbiamo macinare 30km.

Ma è pur vero che non si può avere tutto dalla vita. Quello che da mamma vorrei è che mia figlia non si sentisse mai in gabbia, che si godesse quello che ci circonda, che sentisse il desiderio e l’esigenza di un contatto con la natura, che imparasse a giocare con tutto e con niente, che imparasse che correre per i campi è un suo diritto, come respirare l’aria pulita (ogni riferimento alla raffineria Saras di Moratti a 2 km dal suo naso è puramente…voluto!!!) .

Per tutto il resto…c’è MasterCard 😉

 

Francesca Carta

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