Ultima modifica 30 Gennaio 2018


Alle elezioni amministrative c’è stato un netto vincitore: l’astensionismo.

L’affluenza nazionale definitiva dice che ha votato il 67,38% degli aventi diritto, quasi 15 punti in meno rispetto alle precedenti.

Un altro dato salta subito agli occhi: il Movimento 5 stelle non ha portato alcun candidato al ballottaggio in nessuna grande città, nonostante i suoi candidati siano entrati in quasi tutti i consigli comunali coinvolti dalle elezioni.

Questo perché –agli occhi di una che di politica legge molto ma se ne intende poco- il candidato sindaco viene votato perché conosciuto e riconosciuto capace dalla comunità, mentre i candidati del M5S sono per principio dei neonati della politica.

Io stessa avevo votato M5S alle ultime elezioni politiche, e se avessi dovuto votare anche alle amministrative mi sarei trovata in imbarazzo.

I principi sono importanti, ma se –magari- fosse stata stipulata un’alleanza col PD, almeno sui punti chiave per governare, il disamore nei confronti del Movimento sarebbe stato minore.

Invece l’apparente immobilità e il puntuale ostruzionismo su qualunque questione dibattuta in Parlamento potrebbero aver compromesso i risultati di queste elezioni.

Non bisogna dimenticare, però, che il punto della rinuncia ai rimborsi elettorali è stato onorato, come da impegni, e nel desolante panorama politico, dove poche promesse vengono mantenute, non è cosa da poco.

Io ci credo ancora.

 

Sara Evangelisti

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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