Daniza, la mamma orsa

Ultima modifica 23 Maggio 2016

 

Sono stata lungamente indecisa se unire anche la mia voce al coro degli indignati per la fine di Daniza, la mamma orsa barbaramente uccisa in Trentino. Non credo di riuscire a trovare altre parole per rimarcare lo sdegno di l’uccisione dell’orsa così smaccatamente cercata e voluta, fatta poi passare per un errore, anzi no, neanche un errore, un caso. Così alla fine hanno pure cercato di addossarne la colpa a quel  povero animale che non avrebbe retto alla dose di tranquillante somministrato per catturarla. Per non aggiungere nulla, oltre allo sgomento che ho provato e tutt’ora provo e la sensazione che siamo noi le bestie più pericolose al mondo, vi riporto le valutazioni fatte da chi più di me ne sa.

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Il quesito primario che ci si pone è come ci si sia potuti sbagliare sulla quantità di sedativo destinato all’orsa. Le probabilità sono due, come fanno notare in molti: o gli addetti erano dei dilettanti allo sbaraglio (e sarebbe una cosa gravissima, dal momento che l’animale apparteneva ad una specie protetta), oppure la quantità di medicinale è stata deliberatamente aumentata per mettere definitivamente fuori combattimento Daniza.

Il parere de l’ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari) afferma che “gli specialisti sanno bene che queste anestesie sono pericolose perché l’orsa potrebbe aver avuto un problema cardiaco o metabolico sottostante che era impossibile rilevare senza analisi accurate preanestesia”. Molti poi si domandano se dovesse essere per forza totale, questa anestesia o poteva anche essere sufficiente  una sedazione blanda, sedarla quel tanto che sarebbe  bastato per intontire Daniza e consentire agli operatori di prelevarla senza correre rischi, per condurla in un luogo più idoneo?

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Ci ha messo il carico da novanta anche il presidente del PAE (Partito Animalista Europeo), Stefano Fuccelli, che ha fornito un possibile movente dell’accaduto che ci mette di fronte al sospetto che questo sia un assurdo omicidio consumato per squallidi motivi. “Daniza non è stata abbattuta per la sua pericolosità verso l’uomo – sostiene Fuccelli. La presunta aggressione non è mai stata confermata da perizie tecniche e l’ordinanza di cattura con l’ipotesi di abbattimento è stata formulata basandosi  su una ricostruzione dei fatti a dir poco fantomatica della presunta vittima. Nessun testimone, nessuna prova video, nessuna immagine, solo dichiarazioni contrastanti tra loro”.

Il presidente del PAE ha riportato anche il parere di numerosi esperti etologi, tra i quali Roberto Marchesini, “che si sono trovati concordi sulla non pericolosità  dell’orsa Daniza, il cui comportamento è perfettamente normale e non è affatto indice di pericolosità dell’animale”.

Va giù duro Fuccelli, che ha dichiarato anche che “ci risulta che a Pinzolo, luogo della presunta aggressione, è pronto il progetto per la realizzazione dell’ampliamento dell’area sciistica dopo il recente collegamento funiviario con Madonna di Campiglio, fino ad ora però bloccato a causa dell’orsa protetta dal progetto europeo Life Ursus”. Viene da sé l’ipotesi che “Daniza sia soltanto il capro espiatorio di una vicenda dai risvolti politici economici, di consensi elettorali e spartizioni di denaro pubblico”.

E’ anche vero, però, che il Trentino ha realizzato un progetto unico al mondo: da zero a 50 esemplari di orso per ripopolare la zona. Un progetto portato avanti senza spaventarsi di fronte a ostacoli politici e tecnici, con la Lega che  organizzava tavolate a base di carne d’orso e che  gridava “aiuto, aiuto”. Non è difficile immaginare le paure dell’opinione pubblica se passeggiare nei boschi può significare ricevere l’assalto di un animale di quelle dimensioni. E poi, le difficoltà tecniche legate alla cattura, al trasporto, all’inserimento. “Assolutamente problemi non banali, ma i trentini non si sono scoraggiati e hanno tenuto duro. Sono riusciti in un progetto – l’obiettivo era arrivare a 50 esemplari – davvero difficile. Basti pensare che anche i francesi, hanno tentato di ripopolare di orsi i Pirenei ma hanno fallito perché tutti gli esemplari sono stati uccisi”.

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Intanto è partito il boicottaggio rivolto verso il Trentino. Gli attivisti animalisti hanno invitato a non trascorrere le vacanze nella provincia, in modo da far sentire forte e chiaro lo sdegno degli italiani nei confronti degli amministratori locali. Non hanno voluto sentire ragioni quando prendevano le loro scriteriate decisioni, sentiranno le lamentele degli albergatori trentini quando la gente preferirà un’altra meta per le vacanze invernali.

Ma, io mi chiedo, visto che notoriamente gli italiani hanno la memoria corta, chi si ricorderà di fare questo boicottaggio fra qualche mese quando lo sdegno per l’uccisione di Daniza si sarà affievolito? “Ai posteri l’ardua sentenza”, ne riparliamo a fine stagione sciistica!

Elisabetta Dal Piaz

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