Ultima modifica 20 Aprile 2015

E’ questo il senso dell’intervista che padre Benedict Groeschel, uno delle più note figure del cattolicesimo in America ha rilasciato al National Register.

L’intervista, chiaramente, ha suscitato grande scalpore e, subito, è stata smentita, si è capito male, è stato travisato il senso ma, come sempre, il tarlo del dubbio resta.

E’ mai possibile che nonostante i casi di pedofilia ormai acclarati, nonostante che le denunce su fatti recenti (e del passato) abbiano messo in luce l’esistenza di una pratica perversa da parte di molti, troppi, religiosi, ci sia ancora qualcuno di loro che tenti, invano, di sviare le coscienze, di mistificare i fatti?

Ma, finora, nessuno aveva osato tanto. Ora la colpa non è dell’adulto prevaricatore, è del bambino.

Un piccolo che aspira ad un certo tipo di attenzioni, non le conosce, ma…. le desidera e, coscientemente od incoscientemente seduce un uomo adulto, consapevole, e non un uomo qualsiasi bensì un sacerdote, una persona della quale ci si dovrebbe fidare!

Siamo oltre il limite dell’assurdo!

Quel “signore” è da tempo in relazione con religiosi pedofili scoperti e no, e dal suo pulpito di conoscenze fa delle affermazioni davvero incredibili.

Nell’immaginario collettivo un pedofilo è una persona che avvicina un giovane con l’intento di obbligarlo a comportamenti deviati, ma non è vero, dice lui, e fa l’esempio di una persona con un forte esaurimento nervoso che venga avvicinata da un giovane, minore sì ma al limite, e che nella maggior parte dei casi l’attore, il seduttore, sia proprio il giovane.

Il religioso soccombe, perché nel suo stato cade facile preda di un ragazzo in cerca di esperienze diverse.

Ma il sacerdote non è figura di guida, di sostegno? A che serve se non lo è, se non è in grado di respingere avances di giovani traviati?

Se non segue in toto i dettami di quella religione che dovrebbe insegnare? E’ vero: è un uomo e, come tale, fallibile, ma da qui a dipingerlo come un povero mentecatto preda di ragazzi assatanati, ce ne corre.

E’ una tesi inverosimile, è una scusa ancora peggiore dell’atto che ha commesso, è un nascondere il crimine, perché di crimine si tratta, dietro un paravento.

“La colpa non è mia è dell’altro”. Scuse, negazioni già sentite e che hanno fatto il loro tempo, ma che non avrei mai pensato di sentire dalla bocca di un religioso.

Ma Goeschel va oltre, nega che questo tipo di relazioni (la pedofilia) sia un crimine, perché, continua, è qualcosa che c’è sempre stato, che è praticato da sempre, se torniamo indietro nel tempo, anche di pochi anni, ci rendiamo conto che quelle relazioni erano una cosa normale e nessuno credeva che fosse un crimine!

E continua imperterrito, che sia sua ferma convinzione che, almeno per la prima volta, questi religiosi non dovrebbero essere né processati, né condannati, perché sono innocenti, non sapevano di commettere un crimine.

Non so negli U.S.A, ma in Italia, fortunatamente, l’ignoranza della legge non è ammessa, e comunque dove vivono i sacerdoti, i frati e quant’altri, fuori dal mondo?

Loro sono coloro che abusano, i giovani sono le loro vittime!

E questo è quanto, non ci sono scuse o giustificazioni da portare e il delitto è tanto maggiore ed aggravato dal fatto della loro appartenenza alla Chiesa, ad una formazione che dovrebbe essere di ausilio e di guida e nella quale comportamenti deviati e devianti non dovrebbero essere tollerati, ma perseguiti.

O, anche in questo caso, la Chiesa applica la massima del porgi l’altra guancia?

Hanno ritirato l’intervista, l’hanno smentita, ma anche ammesso e non concesso che le parole siano state in qualche modo travisate, se si volesse far credere che il Goeschel si riferisse a pochi, determinati ed individuabili casi, cosa aspetta l’autorità cattolica ad espellere quelle persone che se ne sono macchiate? Goeschel in testa!

Hanno provveduto a scomunicare religiosi e non che non si erano macchiati di atti così infamanti.

Ma intorno ai pedofili, da sempre, la Chiesa ha alzato un muro di omertà, che fa pensare…. e quando i crimini venivano alla luce, quando il delinquente confessava, anche allora la Chiesa taceva, cercava di nascondere e, qualche volta, spinta all’estremo, si dichiarava sconvolta, pentita per loro.

Ma non li ha mai rinnegati, espulsi dalle sue fila, e, anche per questo, ha perso, e sta perdendo sempre di più.

 

Nonna Lì

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

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