Ultima modifica 10 Novembre 2015

Famiglia o carriera?

Me lo sono chiesto molte volte e spesso, purtroppo, ho preferito la seconda, convinta che mi servisse per far star meglio la prima e poi? E poi sono venuta in Europa!

In questi giorni sono a Strasburgo, come giornalista, inviata a seguire i lavori del parlamento europeo, avrei dovuto lasciare Niccolò a casa con i nonni, ma invece ho scoperto con piacere che ci sono diritti ai quali non è obbligatorio rinunciare. Anzi vanno fatti valere. Infatti, io qui ci sono con mio marito, fotografo, e nostro figlio, Niccolò. Ma non è il solo bambino presente. Tanti uomini e donne che lavorano qui vengono abitualmente con i figli. C’è dello spazio dedicato ai bimbi di colleghi e parlamentari e, apprendo anche che, la prossima volta, quanto sarò a Bruxelles ci sarà anche un nido con insegnanti formati e preparati a relazionarsi in più lingue.

 

Parlamento Europeo

E ci voleva tanto? O meglio e ci vorrebbe tanto a farlo ovunque? Certo servirebbe un cambio di mentalità e di consapevolezza, per far intendere a tutti che questo non serve solo alle madri e, inoltre, permetterebbe a tutti i genitori di lavorare meglio, di più e con minori spese.
Ed è stato proprio per sottolineare il grande dilemma conciliativo femminile, anche oggi, nell’era delle pari opportunità, che numerosi deputati europei hanno portato i loro figli al Parlamento di Strasburgo.

“Le donne vengono incoraggiate a studiare e a cercare un lavoro interessante, ma poi si trovano a dover scegliere tra carriera e vita privata. Le donne non dovrebbero più essere costrette a scegliere”, aveva dichiarato l’eurodeputata italiana Licia Ronzulli al quotidiano francese Libération. Lei, membro del PPE (Partito popolare europeo, conservatore), eletta a 36 anni e vicina all’ex premier Silvio Berlusconi, si è seduta diverse volte sui banchi del Parlamento con la figlia Vittoria, e le fotografie della bambina che gioca con le cuffie di sua madre, disegna sulla sua scrivania o alza la mano per esprimere il suo voto, hanno fatto il giro del mondo.

Il paradosso dell’istituzione di Strasburgo è che i suoi membri non hanno diritto alla maternità o paternità, a differenza dei dipendenti del continente: quelle che hanno appena partorito sono registrate come “assenti” se non presenziano alle votazioni, e non ricevono l’indennità normalmente dovuta. Certo però possono portarsi i figli a seguito. La ratio vorrebbe essere quella di abbattere l’idea che muoversi e spostarsi con i figli sia difficile o sbagliato. Perciò le deputate possono beneficiare della flessibilità del regolamento parlamentare, che consente loro di portare i figli in Aula. Non tutti, però, hanno accolto bene questa disposizione.

Parlamento Europeo

“Alcuni parlamentari più anziani hanno detto che il Parlamento non era una scuola materna, che viene minata la solennità del luogo. La cosa che più mi rattrista è che queste critiche siano state fatte da donne”, prosegue Licia Ronzulli.
Per il sociologo François de Singly, insegnante presso l’Université Paris Descartes, la curiosità o l’imbarazzo generato dal gesto di questi parlamentari deriva dalla “ingerenza” della separazione tra vita pubblica e vita privata che continua ad esistere nonostante la “rivendicazione femminista”.

“Gran parte della costruzione mentale dell’Occidente si basava sulla separazione, che contrapponeva maschio e femmina, ragione e cuore ” analizza de Singly  “Ciò che sta accadendo ne Parlamento europeo è indicativo di una grande trasformazione, una messa in discussione di questa divisione, anche se non sappiamo molto bene come ridurre le distanze”.

Per ora io però le istanze le ho ridotte. E all’Europarlamento ci sono con Niccolò…

Elisa Costanzo

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

2 COMMENTS

    • si!!! non ci sosto differenze di genere in materia di genitorialità…c’erano dei padri con i bimbi, ma non posso assicurare che da qualche parte non ci fossero anche madri al seguito. Certo è che, il modello nord europeo a cui si ispira la ratio comunitaria non fa differenze tra mamme e papà in questo.

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