Ultima modifica 16 Marzo 2016

reagire o subireReagire di fronte alle malefatte degli altri è giusto.
Bisogna intervenire e cercare di far rispettare quello che è riteniamo giusto, quello in cui crediamo. Ma non è sempre facile e credo sia una cosa difficile da insegnare ai propri figli.
Perché bisogna valutare molti aspetti: dove ci troviamo, quanto è ingiusta la cosa in questione e chi è la persona che ci sta facendo un torto.

Come spieghiamo tutto questo ad un bambino ? Quando qualcuno li infastidisce come dobbiamo dirgli di reagire?
Non è facile. Anche perché ci sono bimbi davvero tremendi o, meglio, lasciati essere tali.
Principalmente dai genitori. Bimbi a cui non viene insegnato il rispetto degli altri e tutte quelle nozioni dello vivere insieme.
E non è una cosa che si insegn,a secondo me, in poco tempo o da grandi. Ma anzi, fin da piccolissimi.
Non servono grandi discorsi quando sono così piccoli da parlare appena o stare in piedi per miracolo.
Quello che conta, e conterà sempre anche quando ci si aggiungeranno le parole, sono i fatti.
I nostri gesti.
Il nostro esempio.

Quindi l’educazione e il rispetto sono un modo di fare, di comportarsi. Anche con piccoli gesti.
Quando il trappolino in questione vi porge un oggetto, dite grazie. Quando si comporta male correggetelo, fateglielo notare e ancora di più fategli notare quando invece si comporta in modo educato e carino, gentile, generoso nei confronti degli altri.
Perché fa molto di più una lode di un rimprovero.

bambini educatiMa facciamo un esempio. Se un compagno di scuola gli rubacchia dall’astuccio? Oltre a dirgli di non farlo o dirlo alla maestra, che fare?
Se continua? Per non parlare di cose peggiori come prese in giro o spintoni.
Non parlo di vero e proprio bullismo che trovo fra le cose più odiose di quello che io chiamo il marcio della natura umana, ma comunque di piccoli segnali che secondo me vanno corretti subito, senza sottovalutarli o attribuirli solo alla giovane età.
Perché se non vengono corretti, se i genitori non li condannano, la realtà è che penseranno siano accettati o non particolarmente gravi.
E questo sì che sarebbe un grave errore da parte nostra.

Ma oltre a cercare di interrompere il torto che si fa a se stesso o agli altri e cercare aiuto nelle figure adulte di riferimento c’è anche il tempo di reagire.
Ovvero, non trovo giusto insegnare che è giusto subire ma anche sapersi difendere da soli se necessario. Perché spesso il bulletto di turno se ne approfitta quando vede nel prossimo uno straccio di fragilità.
E appena si manifesta invece carattere scappano via e smettono.

Da parte mia cerco di dare il buon esempio, in casa e fuori. Non posso essere perfetta ma cerco di far sì che le cose in cui credo fermamente vengano trasmesse e recepite. E quando una mamma di una bimba della mia classe mi ha fermato all’uscita da scuola per dirmi che mio figlio è intervenuto per difendere sua figlia che era infastidita da un altro compagno di classe… beh… mi sono sentita davvero orgogliosa.
Sì, molto molto orgogliosa. Lui non me lo aveva nemmeno detto e quando gli ho chiesto, me l’ ha raccontato come qualsiasi altra cosa.
E questo è ancora più bello. Perché se lo ritiene normale allora è fantastico.

Non solo è intervenuto ma non me lo ha fatto notare. Normale aiutare un’amica. Questo lo trovo bellissimo. E deve essere così. Glielo ripeto sempre.
E lo elogio quando lo fa. Perché anche una cosa fatta con semplicità merita di essere lodata.

Anzi. Direi ancora di più.

Nathalie Scopelliti

 

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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