Gioventù d’oggi

Ultima modifica 9 Febbraio 2021

Un altro ragazzo di 16 anni è morto: annegato.
Aveva passato, con 3 amici, una serata brava e, per terminarla in bellezza, aveva pensato di appropriarsi di un pedalò e fare un giretto in mare, alle 3 di notte!
Peccato che fosse una notte buia, senza luna, il mare agitato e al pedalò avessero tolto i tappi!

Ovviamente dopo pochi metri la barchetta si è capovolta e affondata e i 4 scriteriati sono finiti in mare e lui non sapeva nuotare, gli altri hanno raggiunto la riva, lui no, è morto annegato! Dicono che non fosse altro che una bravata e dai toni di voce dei giornalisti si evince non tanto il biasimo per l’ agire dei 4 scapestrati, ma per quello dei proprietari costretti a togliere i tappi per evitare furti o utilizzi impropri delle loro proprietà.

Ma il tono di voce quando parlano della scusante! Nessuno stigmatizza l’operato dei ragazzi (1 dei quali maggiorenne), nessun rimprovero palese o velato per essersi appropriati di una proprietà altrui e di averla usata, la definiscono una ragazzata, un nonnulla, peccato che ci sia scappato un morto!

Una tragica, ma prevedibile conseguenza del loro agire. La notte buia, il mare agitato e uno di loro che non sapeva nuotare, ma figuriamoci se, nella loro euforia si sono fermati un attimo a pensare, a verificare che il pedalò fosse agibile, loro volevano divertirsi ancora un poco, e cosa c’era di meglio che un giretto in mare?
Il divertimento, il divertimento soprattutto, senza pensieri, senza freni, senza se e senza ma. Ma è vero divertimento quello che molti giovani d’oggi cercano?
È divertimento sballarsi con le droghe, ubriacarsi in compagnia degli amici uno sciortino dopo l’altro, mescolati a birra e vino?
È divertimento dimenarsi furiosamente al suono di musiche assordanti ed ossessive, onubilandosi completamente?
È vero divertimento? O è sballo, annullamento di se stessi nella moltitudine, nell’ansia di raggiungere qualcosa, non sapendo neppure loro cosa, con la sola volontà di infrangere regole e comportamenti, con la ricerca della diversità, non accorgendosi di essere tutti omologati, un branco senza limiti e freni che si diverte?

È di ieri la notizia dei divieti imposti dalle autorità a Gallipoli nell’ansia di porre rimedi alle ubriacature moleste, all’ assunzione di droghe, alle prevaricazioni dovute alla musica a tutto volume, all’occupazione di spiagge e battigie, ma subito si sono accese le polemiche.
Quello che chiamano il popolo dei giovani, che accorreva a Gallipoli da ogni parte insofferente ad ogni divieto, ad ogni regola alza la voce, protesta vivacemente.
Direte: ma che c’entrano i divieti di Gallipoli con la morte del sedicenne? Non vedete che tutto è collegato, che senza freni e senza cervello non si va da nessuna pare?
Che ci si può e si deve divertire, ma a tutto c’è un limite.
Che se si vuol bere fino ad istupidirsi, padroni di farlo, ma poi non ci si deve mettere in auto, se non per il nostro per il bene dei malcapitati che ci incontrano.
Che è meglio pensarci n+1 volta prima di farsi di eroina o acettare una canna.
Che non si può e non si deve appropriarsi per nessun motivo di un bene altrui, perché è un reato e se ci si fa l’abitudine non si sarà più in grado di distinguere il bene dal male.

Perché il divertimento non fa rima con sballo, è un’altra cosa.

Il divertimento è espressione di gioia allo stato puro, si gode con tutti i nostri sensi, ma se questi sono appannati, distrutti, addormentati……come si percepisce se ci si sta divertendo davvero?

Nonna Lì

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