Giulio, Valeria e i giovani di oggi

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Era appena lo scorso novembre quando, in pochi minuti, si diffondeva in tutto il mondo la notizia di un altro attentato a Parigi. La Francia ancora sotto attacco e in uno dei locali colpiti, il Bataclan, veniva così uccisa Valeria Solesin, 28 anni, Veneziana, a Parigi per completare il suo dottorato di ricerca.

Qualche giorno fa, lo stesso triste epilogo è toccato ad un altro giovane ragazzo italiano. Giulio Regeni, anche lui 28 anni, anche lui partito durante il suo dottorato. Giulio stava lavorando a un libro denuncia del regime egiziano, quello stesso regime che se l’è portato via, torturandolo durante un interrogatorio fino ad ucciderlo.

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Ho volutamente atteso che si spegnessero le luci su questi fatti di cronaca per scrivere il mio pensiero, perché purtroppo, spesso accade che l’attenzione per la notizia dell’ultimo minuto svanisce in pochi giorni, con la stessa velocità con la quale è arrivata.

Questi due ragazzi, giovani, studenti, hanno lasciato il nostro paese portando con loro una valigia piena di speranze e di sogni, mossi da quell’irrefrenabile desiderio, che tanti giovani talenti hanno, di poter cambiare la propria vita soltanto grazie all’amore per i loro studi.

Ogni anno, sono sempre di più i ragazzi che come Giulio e Valeria lasciano questo paese.

Giorni, mesi, anni, lunghi, a volte infiniti, lontani dalla loro terra e dai loro affetti in cerca di migliore fortuna.
La storia di questi due ragazzi potrebbe essere scritta da tutti quelli che come loro, hanno deciso di portare avanti un sogno. Perché, a dispetto di quanto molti dicono, non tutti i giovani si accontentano dei compromessi, non tutti sono disposti a rinunciare alla dignità, a sminuire competenze e a barattare favori.

Giulio e Valeria hanno pagato a caro prezzo la loro grande voglia di fare, il loro smisurato amore per il “sapere”, scontando con le loro giovani vite colpe che non gli appartenevano e insieme hanno pagato le loro povere famiglie, che hanno lasciato orgogliose e fiere i loro ragazzi partire per non vederli tornare mai più.

E proprio perché, in ragione dei loro ideali, Giulio e Valeria, hanno perso il bene più prezioso che avevano, chi ha il privilegio di stare ancora qui a leggere di questi tristi fatti, ha il dovere di darsi da fare.

Spendiamo il nostro tempo a studiare “nuove tecniche” per adottare, procreare e perfino acquistare bambini che non sono nostri.

Ma forse, prima di pensare a come “creare” nuove forme di vita e mettere al mondo un altro figlio, dovremmo prima preoccuparci di come prenderci cura di quelli che abbiamo.

Giulio e Valeria, siete andati via troppo presto da questo mondo che non ha saputo darvi la giusta attenzione al momento opportuno, ma il posto che avete lasciato nei cuori delle vostre famiglie non resterà vuoto, sarà il terreno fertile sul quale tutti i ragazzi, che come voi ogni giorno mettono amore e passione nella ricerca, nei loro studi e nel loro lavoro, costruiranno il loro migliore futuro!

Alessia di Biase

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