Gli sdraiati: il rapporto tra padre e figlio adolescente. Recensione

Ultima modifica 4 Gennaio 2020

Da giovedì 23 novembre è in sala “Gli sdraiati”, un film di Francesca Archibugi, prodotto da Indiana Production, Lucky Red e Rai Cinema, distribuito da Lucky Red, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Michele Serra, edito da Giangiacomo Feltrinelli Editore.

A dispetto del titolo, non si parla esclusivamente di nuove generazioni di sdraiati, ma è la storia della solitudine di un padre che si sente chiuso fuori dalla vita del figlio. Questo è quello che caratterizza il romanzo e il film prende spunto da questa disfunzionalità paradossale per parlare del rapporto tra padre e figlio.

gli sdraiati i il film

Il protagonista, Giorgio Selva (Claudio Bisio, bravissimo in questo ruolo sofferto) separato dalla moglie, con l’affido condiviso si occupa per metà tempo del figlio Tito (Gaddo Bacchini), diciassettenne.
La convivenza tra padre e figlio, in una casa che Giorgio ha fatto realizzare a misura per loro due, comincia a diventare complicata quando si trova  invasa dalla comitiva del figlio, una banda di amici tutti maschi che sporcano, mentono e sono sempre appiccicati sul divano.

Ad un tratto però le cose cominciano a cambiare quando Tito si innamora di Alice.

Giorgio, all’impatto contento per il cambio di rotta, viene improvvisamente preso dal panico quando scopre che Alice è la figlia di Rosalba, la cameriera, assistente, tuttofare che era stata a casa loro diciassette anni prima e poi sparì senza farsi più vedere.

Come si evolverà la storia?
Sicuramente vi appassionerà, vi identificherete da genitori con Giorgio, uomo realizzato, brillante, ma preso da mille sensi di colpa, incapace di entrare in relazione e in intimità con il figlio adolescente.

Due mondi opposti, paralleli, che non si incontrano mai, anzi, si scontrano!

gli sdraiati

Sono andata a vederlo in anteprima e mi sento di consigliarlo a tutti, adulti e adolescenti.

Un film che fa riflettere, magari se siete genitori di figli adolescenti potreste proporne loro la visione insieme per questo weekend. Per una volta infatti possiamo avere un doppio punto di vista: figli adolescenti e genitori, entrambi giusti? Certamente entrambi sofferti, in una società moderna dove le famiglie possono trovarsi ad imbattersi in mille difficoltà, dove ridefinire i propri spazi e le proprie responsabilità e dove diventa sempre più complicato volersi bene.

Una paternità in declino, nuovi adolescenti sempre più smarriti, così come nuovi genitori alla ricerca di un giusto equilibrio, scene a volte paradossali, dove scappa un sorriso o una risata autoironica.
La chiave di lettura potrebbe appunto essere quella più allargata, relativa alla famiglia intera, con tutti i protagonisti: mamma, papà, figlio, perché in fondo Tito cosa chiede quando va in terapia insieme al padre? Di avere dei punti fermi che siano gli stessi sia a casa con la madre che con il padre.
Di non trovarsi più in mezzo ai due litiganti, vivendo per metà in un modo e per metà in un altro, di essere figlio. E basta.

E i genitori? Devono fare i genitori… il più bello e complicato mestiere del mondo!

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