Hermès e bellezze francesi

Ultima modifica 6 Novembre 2015

Kelly.
Al solo nome molte, moltissime, tra voi non avrebbero dubbi ad associarvi uno degli oggetti più ambiti della storia della moda: la mitica, tanto quanto l’attrice alla quale è dedicata, borsa di Hermès.
Innumerevoli le imitazioni più o meno nobili e riuscite.
Si possono creare oggetti o particolari belli, funzionali o desiderabili, ma solo pochissimi riescono ad essere tanto originali da passare alla storia, tanto da influenzare irrimediabilmente tutta la produzione successiva.
Il design automobilistico non fa eccezione.
Nella sua brillante e tuttora viva carriera, il nostro illustre connazionale Walter de Silva potrà fare di tutto, ma verrà sempre ricordato come colui che ebbe la geniale intuizione di nascondere la maniglia di apertura esterna della porta posteriore, con l’effetto di rendere, per illusione ottica, più filanti e “sportive” linee altrimenti inevitabilmente più “borghesi” come quella dell’auto che portò all’esordio questa soluzione: l’Alfa Romeo 156.
Ne è passata molta di acqua sotto i ponti da quel 1997, eppure ancora oggi l’idea è vincente e, a volte, persino abusata.
La nuova Renault Clio sporter (station wagon dell’ultima nata della casa francese) ne è sicuramente una degna erede.
Moltissimi i valori aggiunti confrontandola con la concorrenza diretta, rappresentata, in Italia, dalle versioni familiari di Seat Ibiza e Skoda Fabia del gruppo Volkswagen, e dalla, ormai datata e in odore di sostituzione, conterranea Peugeot 207.
Lo stile è vincente, riprende quello della berlina 2 volumi, ricercato sia all’interno che all’esterno, dove avviene il miracolo, infatti la zona posteriore appare addirittura più armoniosa e filante, in netta controtendenza rispetto alla testé citata concorrenza.
Ci si può aspettare allora, come spesso avviene in altre auto, un necessario compromesso riguardo al tema fruibilità: niente affatto, la Clio sporter è seconda, di poco peraltro, solo alla Skoda in merito a capacità di carico, ma non ha nulla da invidiare in quanto a praticità e altezza della soglia di carico (senza dislivelli e dotata di un capiente doppio fondo) utile per spesa e passeggino…
Si può obbiettare che con i suoi 427cm non sia in assoluto un’auto “piccola”, nondimeno è anche vero che ponendosi in una fascia di lunghezza equivalente a quella di vetture di categoria superiore, leggi Renault Mégane o Volkswagen Golf, la Clio riesce a staccare mediamente circa 50 litri di baule in più (un trolley medio grande…)!
Rimane da scegliere il motore; come al solito, considerato il tipo di utilizzo dell’auto in questione, alle pur buone unità a benzina (a parte l’inadeguato per sottodimensione 1.2 aspirato), è da preferirsi il collaudatissimo 1.5 dci a gasolio, parco e prestante, per il momento proposto in versione 75cv, ma presto nella variante da 90cv come già nella berlina.
Che dire, non sarà desiderabile come una Kelly, ma è pur sempre una francese davvero valida!

G.P.Antonicelli

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