Ultima modifica 6 Novembre 2015

Più di sessanta chilometri a piedi, con il fratellino sulle spalle: è il gesto d’amore che Hunter Gandee, un quattordicenne del Michigan, ha compiuto per il fratellino Braden di sette anni più giovane di lui e affetto da paralisi cerebrale.

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Con i loro genitori, entrambi i fratelli avevano partecipato a una maratona di beneficenza: Braden non è in grado di camminare senza aiuto, e così Hunter se l’è semplicemente caricato sulle spalle per poter tagliare il traguardo insieme.

La storia di Hunter, raccontata da USA Today, sta già facendo il giro del mondo: da settimane il ragazzino si preparava per questa lunga camminata, organizzata da lui e dalla sua famiglia per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle paralisi cerebrali infantili e chiedere che la ricerca medica lavori per trovare nuove cure e terapie per tutti i bambini come Braden.

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Sabato mattina la partenza dalla cittadina di Temperance, vicino al confine con l’Ohio: il traguardo era fissato 64 chilometri più avanti, presso l’Università del Michigan, che avrerebbero dovuto raggiungere dopo due giorni di cammino. Ma circa a metà del percorso la fatica si è fatta insostenibile. “Onestamente c’è stato un momento in cui abbiamo pensato di fermarci – racconta Hunter – le gambe di Braden erano messe piuttosto male e abbiamo preso in considerazione l’idea di rinunciare. Eravamo a circa trenta miglia“.

Poi, Hunter ha ricevuto una telefonata da un suo amico, che gli ha detto che aveva pregato per lui e suo fratello. Quel gesto, insieme a un po’ di riposo e a un cambio di posizione di Braden sulle spalle del fratello, ha fatto sì che Hunter trovasse le energie necessarie per portare a termine l’impresa e camminare per le ultime dieci fatidiche miglia.

Ci hanno messo un po’ più del previsto, ma alla fine tutta la famiglia Gandee è riuscita ad arrivare all’Università del Michigan seguita da una dozzina di parenti e amici che l’aveva accompagnata lungo tutto il percorso.

L’ultimo ostacolo era superare una piccola collina, dove era stato sistemato un grande cartellone pubblicitario. A quel punto Hunter ha sganciato il fratellino dalle spalle e lo ha alzato per fargli toccare con una mano il cartellone. Quel gesto ha scatenato un grande applauso.

hunter2Al termine della maratona qualcuno ha chiesto al piccolo Braden come si sentisse. «Stanco» – ha risposto semplicemente il piccolo. Anche Hunter ha ammesso di sentirsi più stanco di quanto avesse preventivato: “Mi fanno male le gambe – ha detto il ragazzino – ma siamo andati avanti“.

Nonostante i suoi quattordici anni, Hunter è un atleta, un wrestler che che forse un giorno intraprenderà la carriera da professionista. Ha spiegato di essere allenato alla fatica, ma quello che ha fatto per il fratellino va ben oltre il semplice gesto atletico: “Non riesco a dire quanto Braden sia speciale per me, non riesco a dirlo con le parole – ha detto – è eccezionale. Lui per me c’è sempre e volevo davvero fare qualcosa per lui“.

Grande Hunter!

Paola Lovera

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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