I miei giochi

Ultima modifica 6 Novembre 2015

Torniamo indietro nel tempo, i miei ricordi mi portano a Brescia dove non sono nata, ma dove ho abitato fino ai sette anni. Erano gli anni ’40 subito dopo la fine della guerra, che a Brescia è durata più a lungo, non vi dice niente la repubblica di Salò?

Beh io, all’epoca, non ne avevo conoscenza e neppure ne avevo della guerra appena cessata (sono nata nel’43), ma ne subivo, come tutti seppur incoscientemente, le conseguenze.

Il cappello è troppo lungo, lo so, ma dovevo ricordare il contesto. Quindi giocattoli pochi: una bambolina, qualche piccola pentola, una palla, qualche giocattolo di legno, l’immancabile trottola e nei miei ricordi c’è un cavallo a dondolo che era appartenuto a mia nonna ed infine era arrivato a me, ancora magnificamente colorato ed intatto non ostante il grande uso. Quante ore ho passato sulla sua groppa immaginando…….. si dice ‘di tutto, di più’, ed era proprio così.

Giocavo con tutto, con qualsiasi cosa e facevo volare la fantasia costruendo improbabili personaggi, inventando favole e poi raccontandole alla mamma recitando abbigliata con i suoi abiti, con scialli e quant’altro trovavo nei bauli.

Possedevo anche un vecchio, ma bellissimo triciclo e andavo su e giù per i corridoi.

Avevo un’amica, più piccola di me, e, nel suo giardino ci divertivamo con nulla.

Il divertimento più grande, ma proibito, era l’esplorazione di rovine romane che io ed il mio amico Ivan, introducendoci di soppiatto nel recinto, esaminavamo coscienziosamente…quante corse quando il custode ci scopriva……, ma non ci ha mai raggiunto!

Poi c’erano i giochi all’asilo e all’oratorio, i giochi di gruppo: mosca cieca, acchiapparella, ed i vari giro tondi. E le altalene, oh come mi piacevano, specie quelle che ti portavano in alto, sempre più in alto.

Poi c’erano le vacanze!

Quindici giorni al mare di Albenga, con secchiello, paletta e rastrello a giocare con mia cugina e poi in acqua a divertirci con le onde. Non ricordo quando ho imparato, ma ricordo di aver ‘sempre’ nuotato. Adoravo, come adoro oggi, il mare e mi sono sempre lasciata cullare dalle onde e che delizia galleggiare sull’acqua ammirando il cielo!

Poi veniva il momento della campagna.

Un mese intero ad acqui terme dai nonni con i giorni passati a giocare in piazza e dove avevo scoperto il pampano, le biglie e le pazze corse in bicicletta.

Ma era anche tempo di vendemmia. Ricordo i cesti pieni d’uva, i canti, i balli sull’ aia, i falò che si salutavano da una collina all’altra. Che felicità!!!!!!!!!

 

Nonna Lì

 

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