Ultima modifica 20 Giugno 2019

Sarà che le cose uno le realizza pian piano. Non so se accade anche a voi di passeggiare avanti e indietro, attraverso convinzioni pure ed esperienze che le rafforzano. Momenti d’oro, quando te ne accorgi.
Ed è in quel momento che forse si acquista più forza nel costruire e rinnovare.

Avete presente il viso di un bambino quando gli piazzi di fronte un problema? No?

Bene: si va dal rosso pomodoro al verde oliva.
Il rosso pomodoro implica evidente insistenza tipo “maccarone, tu m’hai provocato…e io me te magno”, ottimo atteggiamento. Il verde oliva invece, da sempre, fa trapelare nausea, terrore, deserto, salivazione azzerata, tutto risolto con l’espressione {[(posso andare) in bagno? ]X 4} .

domande-bambini

Nei primi anni d’insegnamento mi sono concentrata sul verde oliva, cercando di aiutare i bambini più in difficoltà e, dato che ero alle prime armi, mi sono affidata ai metodi tradizionali del tipo “più ne fai e più ne sai risolvere” (anche se mi usciva già qualche bolla). Ma i bambini verde oliva non acquisivano una benché minima sfumatura rosata. E questo era insopportabile per me.

Allora ho iniziato a leggere forte alcune teorie sul problem solving.

Inutile addestrare i bambini a risolvere un tipo di problemi e poi verificare su quel tipo di problema.

E certo che saranno pronti! Quando si proporrà un problema diverso senza addestramento, il verde oliva tornerà impietoso.

L’addestramento ai problemi mi fa pensare ad una scala da salire con la benda sugli occhi.
Saltelli sul primo scalino anche 100 volte, ma poi devi salire e, se non hai in te l’idea di affrontare il non conosciuto, cadi. Ti raccapezzi al secondo con la classica stincatura vìola.
Ricominci a saltellare 100 volte….ma cadi al terzo. E sei uscito dalla quinta che ancora saltelli e non sai salire serenamente, ma solo saltellare serenamente.

Ecco, questa era la convinzione all’inizio del ciclo appena concluso. Ho lavorato contro il saltello per 5 anni, ma, pur essendo soddisfatta per il tanto lavoro, ho visto purtroppo che il verde oliva non è proprio scomparso.

Non ho fatto il salto completo.

Qualcuno aveva ancora paura dei problemi e, per quanto io puntassi su ” immedesimati-rappresenta-risolvisenzacalcolare” senza mettere voti o giudizi, non è stato abbastanza.

Poi questa estate (e scusate se ringrazio fortissimamente le mie colleghe di post del gruppo FB “Matematica alla primaria” e “Matematica e dintorni con i primini” ) una collega mi tira fuori il nome di Sergio Vallortigara, un insegnante come me che ha avuto una semplicissima intuizione fenomenale… che ha cancellato il verde oliva dalla mia scala cromatica.

In un pdf la mia salvezza: i bambini, prima di imparare a risolvere i problemi, devono inventarli.
Devono diventare esperti inventori. Non posso aver paura di qualcosa che io creo. No.

E siccome i problemi tipo “la signora Gina va a raccogliere 10 uova e il giorno dopo ne va a prendere altre 12” non saranno difficili, ma non sono esattamente una botta di vita, seguirò il sospetto che problematizzare il mondo che realmente viviamo sia più invitante.

E, da qui, l’idea di una passeggiata settimanale di un’ora per tutto il primo quadrimestre, per scovare problemi di ogni tipo, con o senza numeri e raccontarseli in classe, in cerchio, finalmente come storie senza paura.

È un sogno rosso pomodoro… E spero di raccontare la sconfitta del perfido verde oliva. (E pensare che prima di essere insegnante mi stava pure simpatico).

Volevo fare l’archeologa… invece sono moglie, mamma, sorella e maestra e per me è più che sufficiente, anzi, ottimo. Sono una donna “orgogliosamente media”, ma decisamente realizzata, che non si annoia neanche un po’…

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