Il cuore delle maestre

Ultima modifica 20 Giugno 2019

Sei la maestra migliore del mondo

 

Il cuore delle maestre non è un cuore grande, ma, succeda quel che succeda, ogni giorno ha un battito per ogni bambino. Vorrebbe crescere ogni volta, ma non può, perché altrimenti scoppierebbe.

Il cuore delle maestre è colorato dai disegni che dedicano i bambini e pieno di “Sei la maestra migliore del mondo”, anche se oggi è vero e domani un po’  meno.
E’ un cuore che regge la botta di delusioni ricorrenti e di sbagli involuti, di dolori silenziosi perché a volte non si può fare di più. Dolori un po’ rabbiosi perché a volte si deve cambiare idea per forza e perché tra il giusto e il possibile, a scuola, c’è l’oceano.
Ogni tanto spunta un “Mamm… ah, no scusa, maestra” e la bocca sorride, ma il cuore lo sa che un bambino a scuola non può avere la sua mamma e cerca in te il suo riferimento. Io spero sempre che negli insegnanti di mia figlia ci sia un po’ di quell’amore utile a farla crescere non solo di testa, ma anche di cuore, come fa una mamma vera.
Quando inizia a girare l’influenza ti viene da aprire le finestre più del solito, quando la difficoltà aumenta aumentano le battute e le carezze sulla testa; quando “Maestra ieri è morto il mio cane” e non puoi solo ascoltare, ma devi anche consolare…
Quando ti senti stringere in un abbraccio forte, all’improvviso, prima che inizi la lezione … chi sei? Non sei mamma, ma puoi toccare con mano la sensazione che, per loro, tu sia la necessità che va molto oltre l’apprendimento.
Questo, dagli studiosi delle dinamiche relazionali scolastiche, viene chiamato coinvolgimento emotivo ed è uno dei canali più concreti e necessari per imparare di più e meglio, tutti. Senza rapporto, senza cuore, oltretutto, non si acquisisce autorevolezza, ma solo autorità… quella che viene sempre subita. No, grazie.
Fino all’ultimo giorno della quinta sarà un susseguirsi di emozioni, non solo soddisfazioni. Altrimenti la scuola non avrebbe senso.  Per leggere qualcosa in proposito, qui.
Poi sai perfettamente che dal 10 giugno di un anno qualsiasi, non potrai più far niente per loro.
Vorresti che ogni giorno della loro vita  futura guardassero ogni cosa, vivessero ogni esperienza con profondità, che anche una risata a squarciagola potesse avere un senso nella vita, che non fossero mai superficiali, che, nel momento in cui avranno un volante tra le mani, possano  sempre sentire il valore della loro vita e di quella degli altri. Vorresti che riuscissero ad affrontare ogni cosa con umiltà, perché la testa bassa ad imparare serve sempre.
Questo lo faranno ripensando a ciò che abbiamo ripetuto ogni giorno, a ciò che abbiamo fatto insieme, a ciò per cui abbiamo discusso? Anche solo una volta ogni tanto basterebbe a soddisfare il cuore delle maestre.
Una mamma e un papà, qualche giorno fa, ci hanno scritto queste parole: “…siete sempre state fin dai primi incontri persone che hanno saputo e che sanno sempre costruire un clima di intesa e di partecipazione che è il principio fondamentale per realizzare una società di persone competenti e giuste.”  Grazie. Speriamo. Proviamo.
C’è una vignetta di Snoopy, che mi ha fatto sorridere e riflettere insieme, e che, prima o poi, dovrò dedicare a chi spiccherà il volo alla fine della quinta, ed è questa:

in bocca al lupo figliolo

 

 

             

 

Ylenia Agostini

2 COMMENTS

  1. Sono docente di scuola primaria da 22 anni ormai…e in tutto questo tempo,
    ho realizzato, che anche un solo giorno di scuola senza i miei alunni per me rappresenta l’appassimento della mia anima….Sono loro la mia energia,
    la forza che mi fa iniziare le giornate:vicino ai bambini mi sento come se lo fossi un po’ anch’io. Questo è un mestiere difficile,ma il più bello del mondo!!

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