Il metodo Stamina

Ultima modifica 6 Marzo 2018

Forse sono terminate le diatribe sul metodo Stamina, ricordate? La cura del dott. Vannoni eseguite presso l’Ospedale di Brescia che curava alcune patologie sino ad oggi ritenute incurabili e che portavano alla fine della vita, soprattutto i bambini, in poco, pochissimo tempo.

Ma queste cure, sperimentali fin che si vuole, che non riuscivano ad avere il crisma dell’ufficialità,  sono state osteggiate a vario titolo dagli organi della sanità ufficiale che, come sempre accade si muovono lentamente e con estrema diffidenza.

Non che sia sbagliato accertarsi che nuove terapie e nuovi farmaci siano effettivamente efficaci e che tali accertamenti debbano essere accurati e sicuramente non frettolosi, ma di qui a muoversi con un passo al cui confronto quello della lumaca pare, a dir poco, quello di un razzo, frapponendo ostacoli procedurali insignificanti, ce ne corre.

Ma, e soprattutto, non si capisce l’ostilità dimostrata da tanti luminari ( compresi quelli che si ritengono, a torto, tali) nei confronti di medici che non appartengono alla loro èlite, di ricercatori fuori dai loro schemi, quasi che per degli sconosciuti non fossero in grado di trovare nuove terapie quasi che le scoperte fossero riservate ad una ristretta cerchia di ricercatori noti.

Si sono susseguite interruzioni di cure su richiesta di pubblici ministeri, inchieste infinite, ricorsi giudiziari, terapie ripristinate con sentenze giudiziarie e mille altre problematiche in un tira e molla sulla pelle dei pazienti che dimostravano sulla loro pelle un’efficacia delle cure, parziale? Definitiva? Nessuno lo sa, intanto i miglioramenti erano evidenti.

Ora, forse, tutto questo avrà fine, anche se il via libera alle cure non è generalizzato, ma le stesse dovranno osservare metodologie ufficiali e prassi consolidate.
La notizia, che ha trovato scarsa eco sui media, è che il Senato ha, quasi all’unanimità, convertito in legge un decreto governativo, ampiamente modificato dalla Camera, che regola e applica a stamina le procedure internazionali.

Ora i pazienti già sottoposti alla metodologia potranno continuare tranquillamente la terapia, mentre, contestualmente, si potrà focalizzare l’attenzione della comunità scientifica sui suoi effetti stabilendo, in un periodo di tempo determinato, l’efficacia o meno della terapia e porre così fine alla sua sperimentazione.

Non tutto è stato concordato, non c’è accordo sulle metodologie e sui luoghi di produzione, le resistenze del dottor Vannoni, da una parte, e degli organismi ufficiali della sanità dall’altra, sono ancora forti e numerosi gli attriti.

Speriamo che riescano a trovare un punto di incontro che non vada a discapito della terapia, con l’auspicio che si riveli veramente efficace e riesca a risolvere i problemi e a guarire le persone.

Questo solo conta!!!!

Nonna lì

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1 COMMENT

  1. meno male.che possono iniare le cure e che la procedura venga snellita e che smettano di mettere i bastoni fra le ruote……………………….

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