Ingiustizie, differenze, privilegi

Ultima modifica 20 Aprile 2015

cameraNon so se qualcuno ha colto il profondo, disgustoso significato delle parole del più volte onorevole Buttiglione che, a specifica domanda, rispondeva “se lo facessimo rischieremmo di far bloccare sia la Camera che il Senato e non possiamo permettercelo”
Qual era l’argomento?
Discutevano intorno alle scandalose ingiustizie e gli eccessivi stipendi del personale che opera in quei due palazzi del potere,  del come e attraverso quali meccanismi era stato possibile raggiungere una tale iniquità.
Le camere godono di assoluta indipendenza, nulla e nessuno si può intromettere nelle loro decisioni. Nulla e nessuno può opporsi, nulla e nessuno le può giudicare, nulla e nessuno le può controllare, tanto meno condannare il loro operato.
Questo per quanto si riferisce alla vita interna delle due istituzioni.

Non hanno e non si fanno problemi di bilancio, non hanno un limite di spesa cui attenersi. Decidono autonomamente quanto serve a loro per funzionare durante l’anno, partendo dal basso cioè valutando voce per voce le necessità, iscrivendole immediatamente a bilancio, il totale è l’importo che chiedono e ottengono.
Senza problemi di spending review, senza problemi di denaro, senza verificare se quelle somme siano davvero necessarie, e questo da sempre.
In questo clima di allegra amministrazione anche i dipendenti si sono sentiti autorizzati a chiedere, a pretendere aumenti di stipendio abnormi rispetto a quelli dei restanti impiegati del settore pubblico di pari o superiore grado s’intende.

buttiglioneQualcuno si è mai posto il problema dell’equità o ha pensato che a parità di lavoro dovessero corrispondere pari compensi? O si sono mai chiesti se il Paese potesse sopportare i loro sprechi? Figuriamoci!
E poi non ci ripetono incessantemente che eventuali risparmi in quei settori non servono a risanare le finanze del nostro stato? Ora continuano a ripetere che se è vero che non servono, sono comunque un simbolo, un doveroso segnale!
Peccato però che le loro siano solo parole
, perché non tentano neppure di porre una qualche rimedio.

Eppure, eppure la sovranità assoluta delle Camere non è un dogma costituzionale, ma nessuno si sente in grado di porvi rimedio, anzi, il Presidente del Consiglio ha detto, tra le sue mille esternazioni, che sarebbe opportuno un taglio alle spese delle Camere e sarebbe carino che ci pensassero da sole.
Tutto qui. Ma, almeno per ora nessuno provvede, a loro non interessa, o…

Ripensiamo alle parole di Buttiglione: “non ce lo possiamo permettere…”. Perché? Il nostro Senato, la nostra Camera sono, forse, sotto ricatto dei dipendenti, e se sì, perchè?
Hanno qualcosa da nascondere? Qualcosa di più brutto di quanto negli anni è già venuto alla luce?
Che cosa temono? Non certo il disprezzo pubblico di cui già abbondantemente godono, e allora?

Temo che la mia domanda resti senza risposta.

Nonna Lì

 

 

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