Ultima modifica 18 Giugno 2018

Oggi vorrei parlarvi di uno dei miei scrittori italiani preferiti. Ho letto tutti i suoi libri, dal primo all’ultimo. Mi ha fatto sorridere, sghignazzare e riflettere, perchè tra le righe manda messaggi e ne canta delle belle. Si tratta del grande Stefano Benni che ho avuto l’onore di intervistare su uno dei suoi capolavori che si intitola “Saltatempo”.

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Il protagonista del libro è Lupetto che “scarpagna” in un paesino di montagna dell’Italia del boom economico degli anni’50. Questo bambino, pieno di valori e utopia, vede un uomo, alto come una nuvola e con una grande barba che gli regala un “orobiologio” che per tutta la vita gli permetterà di andare avanti nel tempo e vedere il futuro. Così Lupetto diventa Saltatempo e vede la trasformazione dell’Italia attraverso la politica, la società, il Sessantotto, la droga, il consumismo e altre interessanti vicende che scoprirete durante la lettura, in un via vai di personaggi folkloristici di paese, di boschi, di gnomi e immensa fantasia.

Quanto del personaggio di Lupetto c’è in Lei?
Qualcosa, ma il bello dei libri è inventare

Ho letto tutti i suoi libri e vedo due elementi comuni a tutti: l’amore per la natura e per gli animali, un forte legame con il bosco come ambientazione popolata da gnomi e forze, ci vuol dire due parole al riguardo?
Ho passato la mia infanzia in un paese di montagna. Vivevo ore nel bosco e insieme agli animali. Come dimenticare quei sogni e quelle emozioni ?

Mi piacerebbe conoscere qual è il suo rapporto con il progresso. Cerca di sfuggirgli o in qualche modo ne è attratto?
Credo  che le invenzioni siano una bella cosa, ma richiedono un uso corretto. Adoro il telefonino, ma l’uso che se ne fa è ormai nevrotico e inutile. Credo che il progresso non sia rettilineo nè continuo, e a volte si possa anche tornare indietro, per vivere meglio.

 “L’orobiologio partì….non riuscivo a dormire, il tempo mi ammoniva, mi parlava con la voce del temporale, diceva: hai le radici forti, Saltatempo? Quanto vento può sopportare l’albero del tuo coraggio?”
Se ricevesse adesso un orobiologio che riporta il mondo intero nel passato in quale periodo storico vorrebbe farlo tornare?

I miei affetti sono nel presente, quindi questi sono i miei tempi. Mi piacerebbe ovviamente, ritrovare i paesaggi di quando ero bambino, l’Appennino e il mare. sTEFANO-BENNI
Noi ci abbiamo creduto, la nostra vita è stata piena di porcherie e meschinerie, ma ogni tanto suonava la tromba e tutti al nostro posto a lottare e a darci la mano. Abbiamo creduto di poter essere liberi, di non far tornare quei vent’anni di divise nere. Ma la tromba suona fioca adesso. Ci hanno venduto, uno per uno. Hanno venduto le nostre povere vite e la nostra storia, per fare una storia insieme agli altri, una storia finta, che non ha neanche un lieto fine, finisce nell’indifferenza per tutto e per tutti.”
La liberazione sessuale, l’omosessualità, il razzismo, le ingiustizie, la politica, temi caldi del ’68, secondo lei oggi siamo più “avanti” o non abbiamo fatto molti passi in senso di evoluzione ed apertura mentale?
Nè avanti nè indietro. Abbiamo fatto passi avanti nella società civile, ma la violenza dell’uomo esiste ancora, ma abbiamo quasi distrutto l’equilibrio della terra.

La comunità organizzata attorno ai luoghi di ritrovo e socializzazione: la piazza, il bar, le feste di paese. Durante la lettura del libro ho provato molta nostalgia di quella società, così lontana da oggi dove predominano l’individualismo e la solitudine intorno ad un computer. Lei cosa ne pensa?
Che ci sono ancora luoghi dove ci si può incontrare.

Vorrei conoscere il suo parere sulla musica, nel libro ho visto che ha un grande potere su Saltatempo, che cura le ferite e fa crescere: “Improvvisamente il mondo mi sembrò più grande, il mio dolore restava lo stesso, ma era un grano di polvere, un ciottolo levigato, e scivolava sul mare immenso dei sentimenti degli altri. Altre due volte una musica mi stupì e mi ingrandì il mondo”.
Sono stato a lungo indeciso se essere scrittore o musicista. Quindi la musica è il mio amore impossibile-

Se fossi stato lassù tra i miei alberi, avrei azionato l’orobiologio e lo gnomo o la mamma o il Dio allegro mi avrebbero indicato la strada, ma lì non conoscevo nessun essere né immaginario, né umano.
Crede più nel destino o in Dio?Pensa davvero, come dice nel libro, che Dio giochi a dadi con le nostre vite?

Credo che Dio sia ciò che si fa in nome di Dio. Non sono religioso, detesto le religioni monoteiste, ma ho conosciuto credenti che sono uomini straordinari e che ammiro. E credenti ipocriti e cattivi.

In questo libro parla del grande cambiamento del Sessantotto. Trova dei punti in comune con il momento di incertezza politica e sociale di oggi?
No, il 68 fu la scoperta di cose nuove, cambiò l’arte, l’autorità, il potere. In molte cose si spense, altre le cambiò per sempre. Oggichiamiamo nuove cose che hanno ben poco di nuovo, semplicemente sono nuovi modi di discutere del potere, ma sempre di potere si tratta.

Ringrazio l’autore per la disponibilità a rispondere alle mie domande. Questo è un libro che contiene tanti strati e molti messaggi, ne ricordo uno che mi ha colpito particolarmente sulla responsabilità delle scelte:

 Ringrazia ogni giorno in cui puoi svegliarti in pace, senza dover dividere il mondo in amici e nemici….perchè a molti è capitato di svegliarsi quel giorno, il giorno di combattere. Quel giorno non chiedere agli altri chi sei, gli amici diranno che sei un eroe, gli altri che sei un assassino. Solo tu puoi saperlo, e pagherai ogni ora di questa tua decisione. Solo dopo molto tempo potrai vedere se hai aggiunto dolore al mondo o lo hai aiutato a guarire, se hai fatto crescere più vita di quella che hai spento. Questo si chiama responsabilità”.

Federicasole

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

2 COMMENTS

  1. Grazie Stefania, te lo consiglio vivamente perchè è un autore originale che dice cose vere facendo sorridere il lettore. A me lo fece conoscere un amico e da allora ho voluto leggere tutti i suoi libri dal primo all’ultimo, grandiosi, capolavori di una genialità. Lo ammiro davvero tanto.

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