Io che AMO solo te… intervista a Luca Bianchini

Ultima modifica 18 Giugno 2018

Gli ingredienti di questa storia sono: folklore, tradizioni, sentimenti e personaggi spassosi che ne combinano di tutti i colori, al limite del paradosso, in occasione di un grande matrimonio ambientato a Polignano a mare, in Puglia.

Gli sposi sono Chiara e Damiano, intorno ai quali ruotano amici e familiari dalle storie originali e divertenti.  Tra tutti spicca il personaggio di Ninella, madre della sposa, rimasta vedova e fidanzata da ragazza con Don Mimì, il padre dello sposo.

luca_bianchini

Andiamo a scoprire altre curiosità direttamente dall’autore: Luca Bianchini.

E’ un piacere per noi ospitare uno scrittore così eclettico, che dal 2007 conduce il programma radiofonico “Colazione da Tiffany” su Radio Due, collabora con Repubblica e porta aventi “Pop-up”, un seguitissimo blog su Vanity Fair.

Vuoi parlarci di queste tue varie passioni ed esperienze?
Il mio grande amore è e resterà la scrittura, ma le altre esperienze lavorative mi hanno sicuramente arricchito umanamente e permesso di conoscere realtà altrimenti a me sconosciute. Ma solo nei miei romanzi sono veramente libero di scrivere quanto e cosa voglio. Gli altri sono tutti lavori “su commissione”, belli ma con qualche vincolo.

Parlando del romanzo, con questa storia mi hai fatto sorridere e divertire. Come è nata l’idea di ambientarla in Puglia e descrivere un matrimonio?
Per caso a cena, una sera dopo una lite. Sentire parlare di matrimoni con entusiasmo e tale dovizia di particolari mi fece tornare il buonumore.
Voglio condividere con i lettori un brano che ne descrive l’atmosfera: Il clima era tra il goliardico e il surreale. Famiglie in lite si  ritrovano a danzare nella stessa fila, facendo il giro intornoai tavoli che, fino a poco prima, sembravano territorio nemico. Anche il sindaco si concesse alla folla, ricevendo una vera e propria ovazione. Chiara e Damiano si guardavano e ridevano, pensando “chi ce l’ha fatto fare”. Però per nulla al mondo avrebbero deluso i loro genitori: « Un matrimonio senza trenino è un matrimonio destinato all’infelicità » aveva detto don Mimì quando era ancora in se’.

Perché l’immagine di due peperoncini rossi in copertina?
Perché sono un simbolo del sud e perché sono dei più bei simboli dell’amore: non sai mai il giusto dosaggio, ti possono salvare un piatto o rovinare la cena, ti fanno bruciare gli occhi, ti eccitano…

12Nel romanzo tratti l’amore in ogni sua forma: filiale, genitoriale, fra amanti e innamorati: si parte dal matrimonio di Chiara e Damiano, i due giovani per poi ricordare gli amori di gioventù dei loro genitori, l’amore immaginato della sorella Nancy che vorrebbe concretizzare, l’amore puro di Orlando che va oltre ogni convenzione,  è lui il motore che muove tutto?
L’amore a me proprio è un argomento che piace. Mi fa stare bene, non mi stanca mai e non lo capisco mai. L’amore mi fa solo porre domande, che forse è lo scopo di ogni buon libro, no? “Eccolo, il mio amore. Si è appesantito, ha messo su pancia e le spalle sono un po’ scese. Ma per me non è mai stato più bello di oggi. Standogli vicino, poi, brucia. Lo sentite voi che brucia?Lui vive solo così.

A quale personaggio sei più legato? Ce n’è uno in cui hai messo qualcosa in più di te?
Oltre a Ninella e don Mimì, adoro i personaggi secondari. Mi sento molto zia Dora e Pascal, a volte: una parolina buona per tutti e voler sempre dire l’ultima parola. Sono la parte peggiore di me!

Il grande show del matrimonio: finchè non ho partecipato ad un matrimonio al sud non sapevo di cosa stessimo parlando. Voglio riportare la descrizione del buffet che ne fai nel libro: Gli ospiti per quanto abituati a pranzi luculliani, non si aspettavano tanto. «Vedrai che hanno lesinato sui primi» diceva una. «E’ impossibile che ne servano quattro come da mia figlia» ribatteva l’altra. E rendendosi conto di non avere troppi appigli sull’abbondanza, iniziarono a cercare altri difetti: i posti erano troppo stretti, i camerieri troppo lenti, gli anziani troppo lontani dal buffet, i tavoli troppo alti per far sedere i bambini. Intanto le cavallette, pur cercando di darsi un contegno, si erano catapultate sui vassoi armate di piatti e posate. Niente come un buffet rende gli uomini così piccoli, capaci delle peggio cose pur di arrivare primi all’ultima ostrica al gratin, «che poi le ostriche sono molto meglio al limone» dicevano.

Io che amo solo te
Io che amo solo te

Domanda di rito: cosa pensi del matrimonio? sei sposato o ti sposerai mai?
Al momento non sono sposato. Per sposarsi ci vuole molto coraggio, e sono felice quando i ragazzi giovani trovano quella forza. Non è un problema di soldi, ma di volontà.

Il titolo riprende l’omonima canzone di Sergio Endrigo, ci racconti il perché di questa scelta?
E’ un inno all’amore, una melodia indimenticabile, parole bellissime, e regala ai lettori una frase che tutti vorremmo sentirci dire almeno una volta nella vita.

Nel romanzo tiri anche stoccatine all’invidia, la facciata, l’ipocrisia, la fidanzata di copertura: le convenzioni, le cerimonie che cambiano i ruoli sociali quanto sono legate secondo te al far bella figura più che all’essenza?
Purtroppo noi italiani siamo talmente abituati al bello che a volte condiziona anche la sostanza della nostra vita. In America, ad esempio, non c’è la traduzione di “Brutta figura”.

La descrizione che fai della Puglia è davvero invitante, mi ha fatto venir voglia di tornare in questa terra con le bellezze del paesaggio, il mare, il vento, gli scogli e l’ ospitalità dei suoi abitanti. Come ti hanno accolto?
Io li amo, non ho altre parole: li amo. Baci, torte, foto. Quando torno in Puglia ho il mio momento Brad Pitt.

Eccone due assaggi:

Era tutto così poetico da chiedere silenzio:. Non c’erano strappi nel paesaggi, interrotto qua e là solo da qualche muretto a secco. L’unico elemento belligerante era il vento. Quella natura incontaminata, di colpo lontana dal mondo, lo faceva sentire vivo. Le sue patate erano ancora lì, custodite da ciuffi verdi. Da un lato, gli ulivi si attorcigliavano su se stessi con le loro storie secolari.. Eccola, la sua terra. Chiuse gli occhi e ne respirò l’odore, anche se era mischiato con la sua colonia di pino silvestre. Quanto sarebbe bella la vita se fosse sempre come l’aria in quel momento: sincera”.
Chi è nato su uno scoglio lo sa: il mare ha sempre una risposta e una carezza per te”.

C’è il progetto o il desiderio di far nascere un film dal tuo libro?
Sì ci sono diversi produttori interessati, quindi speriamo che ne possa uscire fuori un bel film. Anche se il mio sogno non è il film, ma che le persone leggano il libro.

Grazie  Luca di averci fatto sorridere, divertire e riflettere sulle varie forme d’amore raccontate. Buon proseguimento!

Federica Sole

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