Islanda, paese senza Sindrome di Down

Ultima modifica 27 Agosto 2018

Qualche giorno fa l’emittente CBS ha pubblicato un articolo che commentava una notizia statistica sull’Islanda.

Con l’aumento degli screening prenatali, diceva la CBS, in Europa e Stati Uniti il numero di bambini affetti da sindrome di down era significativamente diminuito. Ma un solo paese è praticamente riuscito ad azzerare le nascite: l’Islanda è la nazione senza sindrome di down.

Islanda, paese senza Sindrome di Down

Islanda senza sindrome di Down 2

In Islanda i test prenatali sono stati introdotti intorno al 2000.

E se questi sono esami opzionali, è invece obbligatorio mettere a conoscenza la madre dei loro risultati. Ovviamente, direte voi. Ma è capitato che medici non lo facessero. Ne avevamo scritto a proposito di una legge anti-aborto in Texas tempo fa.
Sembrerebbe dunque che quasi il 100% di esse abbia poi deciso, a seguito dei test, di abortire in caso di feto affetto da Sindrome di Down.
In Occidente le statistiche parlano di percentuali minori, ma sempre imponenti: si va dal 67% degli USA al 98% della Danimarca.

La sindrome di Down è una sindrome che si accerta, con una attendibilità del circa 99%.
I bambini nati con tale sindrome hanno un difetto cromosomico (trisomia 21). Tutti loro presentano disordini genetici, tratti facciali tipici, e anche altri disturbi.

Spesso vanno incontro a malattie cardiache proprio perchè congenitamente il loro cuore si forma in un certo modo.

Ma moltissimi di loro possono vivere pienamente e in salute. Con una media di età che si aggira intorno ai 60 anni.

Islanda senza sindrome di Down 2

Con una popolazione che si aggira intorno ai 330.000 abitanti, l’Islanda oggi conta uno o due bambini Down. in pratica presto potrebbe diventare la prima nazione senza sindrome di Down.

In Italia persone affette da tale sindrome ce ne sono circa uno ogni 1500 abitanti.

Intervistato dalla CBS, il genetista islandese Kari Stefansson ha commentato i dati:

“In Islanda abbiamo praticamente eradicato la sindrome di down. Questo riflette un modo maldestro di fare consulenza genetica, poiché essa si ripercuote non solo sulla medicina, bensì sulla società stessa”.

Non c’è niente di male nel desiderio di ogni genitore ad aspirare ad un figlio sano e bello.

E questo ovviamente lo sanno tutte le mamme che decidono di effettuare questo tipo di test.

Ma un paese “Down-free” riflette davvero il principio di una nazione forte e sana?

Alcuni hanno parlato di eugenetica. Certo, a pensare a un posto senza sindrome di Down viene in mente di una sorta di arianesimo… Quale potrebbe essere la mossa successiva??
Anche in Italia la legge consente l’aborto in caso di trisomia 21.
E anche in Italia esistono i test prenatali che predicono la sindrome di Down.
Nei centri di riabilitazione, e io ne ho visti parecchi, i bambini down vengono sottoposti a una serie di sedute per migliorare il loro stato di salute. E lo fanno per sempre.
Le persone down incorrono purtroppo in una serie di complicanze mediche inimmaginate ai più.

Sarebbe questo un motivo per non farle nascere? Assolutamente no. Ma non biasimo, personalmente, neanche le madri che scelgono un’altra via.

Islanda senza sindrome di Down 2

Grazie al cielo io ho due figli sani, e non mi sono trovata davanti ad una simile situazione.

Non mi sono trovata davanti un medico che mi ha messa al corrente di una verità dolorosa. Anzi, al contrario, quando chiesi il tritest la mia ginecologa mi disse: “Fai bene a fare il tri-test, ma ricorda che poi il risultato arriva. E se non è quello sperato, cosa fai?”. Per fortuna è andata diversamente, ma il senso della sua domanda era chiaro.

Sempre nell’articolo pubblicato dalla CBS un altro esperto rispondeva:

Noi non vediamo l’aborto come un omicidio. Lo vediamo come un mezzo per evitare una vita fatta di grosse difficoltà e complicanze mediche. Un modo per prevenire dolore e pene. La vita non è fatta di bianco e di nero. La vita è grigia”.

E voi, che ne pensate?

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