Ultima modifica 3 Maggio 2017
Contenuto nella buccia dell’uva e nel vino rosso, il resveratrolo è l’antiossidante per eccellenza e da oggi ha una qualità in più. Secondo un nuovo studio sarebbe infatti attivo nel controllo della proteina che trasporta il colesterolo e si trova dalla nascita in circa un quarto delle persone. Purtroppo questa proteina è un fattore genetico di rischio per l’insorgere della malattia di Alzheimer.
Lo studio condotto dai ricercatori della Zhengzhou University, in Cina, dimostra che c’è un legame tra la proteina e il resveratrolo. Il polifenolo presente nella buccia d’uva e nel vino rosso, svolge un’azione protettiva a livello neurologico e ha effetti benefici in modelli di diverse malattie quali la demenza vascolare, la malattia di Huntington, la malattia di Parkinson, la malattia di Alzheimer e anche l’ischemia cerebrale.
Il dottor Boai Zhang e la sua equipe hanno eseguito una diversi esperimenti trovando che il resveratrolo migliora le capacità di apprendimento e la memoria in chi è affetto da demenza vascolare. Oltre a questo, il polifenolo ha mostrato di diminuire i livelli di MDA (Malondialdeide) ed è un marker dello stato perossidato dei tessuti biologici, causato da stress endogeno o esogeno.
I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Neural Regeneration Research e supportano l’idea che il resveratrolo possa migliorare non solo le capacità di apprendimento e la memoria, ma abbia un ruolo nella riduzione dello stress ossidativo, tra le cause dell’Alzheimer.
I ricercatori ritengono che i risultati siano importanti e forniscano la prova certa che l’uso clinico del resveratrolo nel trattamento della demenza vascolare può davvero migliorare la vita dei pazienti.
Paola Lovera