Ultima modifica 31 Maggio 2024

Fin da prima della nascita ogni genitore prova ad immaginare le caratteristiche fisiche del futuro piccino…
“avrà gli occhi splendidi del nonno?”
“sarà biondo come la mamma?” …
adozioni mamma inadeguata
Una volta venuto al mondo fantastichiamo sulle sue capacità, sarà molto intelligente, buono, dormirà tutte le notti…
Quante poi di noi, anche solo per gioco, non hanno mai pensaro al futuro del proprio piccolino? “Seguirà le orme del padre”, “diventerà un bravo chirurgo”, “studierà all’estero e diventerà un ricercatore”.
Naturalmente dovendo sognare, si sogna alto come giusto che sia, cercando però di rimanere con i piedi per terra, per non rimanere delusi, se tutte queste aspettative saranno poi disattese.
Mai però come in questa nostra epoca, il pensare in “negativo” sembra essere predominante rispetto a tutto il resto. Non che le paure di una mamma non ci siano mai state nei riguardi del futuro dei propri figli soprattutto crescendoli, ma mai come oggi la fragilità dei nostri ragazzi è così evidente da instillare un diffuso senso di impotenza a noi genitori, quando cerchiamo di renderli forti, e di dar loro poi gli trumenti necessari per saper affrontare le difficoltà che inevitabilmente incontreranno.  Ne parlavamo la scorsa settimana nei riguardi della sessualità.
Ma certo quando poi apri i giornali e leggi per l’ennesima volta la notizia del suicidio di un quattordicenne per colpa di un brutto voto, il senso di impotenza ti assale di nuovo.
Anche perché con questa paura ci leghiamo le mani da soli, non sappiamo più veramente fin dove possiamo arrivare con i nostri figli quando è necessario ‘rimproverarli’.
Ecco perché sono convinta che, per quanti fiumi di parole si sprecheranno intorno a questo caso, la più evidente conclusione a cui si arriverà sarà “dove era la famiglia?”.

Sempre colpa di noi genitori!

Sempre! Non oso immaginare la disperazione dei genitori di questo ragazzino, e non voglio in maniera assoluta giudicare il loro operato che non conosco.
Sono stati mancanti, troppo invece presenti….non mi interessa io vorrei davvero capire perché, perché nessuno, e ribadisco nessuno, ha saputo cogliere qualche segnale di disagio di questo ragazzino. Purtroppo in questo caso non ho consigli da dare, posso solo offrire la mia empatia verso chi resta, e dovrà convivere con il vuoto e il senso di colpa, giusto o sbagliato che sia. Un pensiero però mi permetto di condividerlo, ed è un suggerimento che molti anni or sono mi diede un amico psichiatra quando, parlando delle dinamiche di gelosia che i nostri figli attraversavano (…attraversano!), mi disse: quale che sia la situazione, cerca di fare in modo che sempre, e dico sempre, ciascuno di loro sappia che ha disponibile un canale di comunicazione con voi genitori: deve essere una piccola cosa, ma esclusiva, nel senso che non devono interferire altre persone.Fosse l’andare a portare in giro il cane, o comprare il giornale, o comprare le pastarelle la domenica, ma sempre il figlio deve sapere che c’è questo momento esclusivo, in cui può parlare liberamente. Ecco, è una piccola cosa, ma è tutto ciò che ora mi viene in mente, davanti a tanto dolore.
La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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