La provocazione di Pompi il re del tiramisù di Roma

Ultima modifica 13 Ottobre 2016

Pompi vende ai cinesi?

La storica pasticceria in Via Albalonga (piazza Re di Roma), famosa per il suo tiramisù chiude e vende a gestori cinesi, per farla diventare un ristorante?

E’ questa la notizia abbastanza recente, pubblicata qua e là sul web e che ha scosso non poco gli animi dei romani non solo per la chiusura di una delle pasticcerie storiche della capitale (grazie a Dio, Roma ne ha a tonnellate di questi posti), ma per come ne è stata data comunicazione.

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E’ una bufala!

Si tratta di una bufala, di una provocazione della famiglia Pompi stessa, di un modo per far parlare di se’, un modo per colpire il Municipio che ha cambiato la viabilità della zona, ma il mezzo che si usa per farlo è quello del razzismo.

Ma andiamo con ordine. Raccontiamo quello che siamo riusciti a capire.

Cosa è successo?

Nei giorni scorsi, nella pasticceria, vicino alla cassa, è stato affisso questo cartello

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Si dava la colpa della chiusura del locale storico al cambiamento della viabilità della zona e all’intolleranza da parte degli abitanti, al trambusto creato dalle auto sostate in doppia fila davanti al bar.

E si faceva chiaramente intendere cosa se ne sarebbe stato degli ambienti del locale, in maniera abbastanza sprezzante e sbruffona.

Questo ha causato una pioggia di critiche e di rimostranze contro questo cartello: gli stessi cittadini romani sono ormai stanchi di questo tipo di atteggiamento.

E’ soltanto una provocazione di Pompi?

Pare, quindi, che la famiglia Pompi sia tornata sui propri passi, ritirando quanto detto e dicendo che si trattava solo di una provocazione, perchè, sì, è vero che ultimamente i guadagni della pasticceria hanno subito un drastico arresto, ma ancora non si parla di chiusura. Era una provocazione.

In ogni caso, la causa delle mancate vendite, a detta dei gestori della pasticceria, sta proprio nel fatto che ora non si può più parcheggiare in seconda fila davanti alla porta del bar, dopo i recenti lavori di riorganizzazione della viabilità della zona.

Parcheggiare in seconda fila sembrerebbe quasi un diritto acquisito. Meglio di trovare della civili alternative alla cosa e ce ne sarebbero tante: trovare una convenzione con dei parcheggi vicini, servirsi dei mezzi pubblici che servono abbondantemente la zona, eccetera.

Quali sono le cause?

Le cause del calo delle vendite, a nostro avviso, dovrebbero essere ricercate altrove: la crisi è crisi per tutti e se poi la qualità di quanto si vende non è più all’altezza del passato, magari anche questo centra qualcosa in tutto questa perdita riscontrata, o no?

Un bell’esame di coscienza, in questa circostanza, ci starebbe bene.
E ci starebbero bene anche delle scuse pubbliche nei confronti della comunità cinese. Tanto per…
Questa storia si sta rivelando come un boomerang per la pasticceria Pompi: i romani sono insorti. E questo è il sintomo che qualcosa sta cambiando. In positivo. Finalmente.

Micaela

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