Ultima modifica 10 Novembre 2015

Prima di partire per Kuwait, la nostra vera unica preoccupazione è stata capire se il sistema sanitario era adeguato, se ci avrebbe coperto per le emergenze e nella gestione di una bambina piccola.

Il marito si era subito super documentato e avevamo avuto le nostre rassicurazioni: una buona sanità pubblica, ma anche una vasta offerta di clinica private, con prezzi accessibili. Poi una volta qui abbiamo recuperato il nominativo di un bravo pediatra e non abbiamo mai avuto problemi.

Ecco se credete nell’omeopatia o rimedi naturali con erbe,  questo non è il paese per voi. Non c’è nulla. Però i protocolli tradizionali sono uguali ai nostri e le medicine sono identiche o quasi e le trovi tutte. Qui non è mai necessaria la ricetta e se hai un assicurazione e, quasi tutte le offerte di lavoro comprendono questo benefit, le medicine prescritte dal medico sono tutte comprese nelle copertura.

Ma oggi voglio parlarvi dell’aspetto leggero, folcloristico della mia esperienza con la sanità kuwaitiana. Perché andare in una clinica qui può diventare molto piacevole, rilassante. Noi usufruiamo soprattutto di cliniche private, dove tutti parlano inglese, perché abbiamo un’assicurazione e comunque la visita costa 60 euro. Il resto della popolazione invece va negli ospedali governativi: forse pochi lo sanno, ma qui tutti i servizi medici, farmaci compresi, sono gratuiti per l’intera popolazione, questo grazie al benessere portato dalle entrate petrolifere.

Le cliniche private sembrano alberghi a cinque stelle!. Una famosa è il Royal Hayatt Hospital: all’ingresso c’è una signorina orientale in costume tipico che suona una specie di xilofono, così, per rilassare l’atmosfera, il banco informazioni sembra una reception, un omino in guanti bianchi smista le code, poi orchidee dappertutto e un paio di negozi di cioccolatini e fiori.

Il nostro pediatra, un siriano, lavora al Seef Hospital. Esternamente è una bel grattacielo a forma di vela, alla sera è illuminato tutto con i colori della bandiera kuwaita. Appena entri c’è una grande hall, il negozio di vestiti da bambini, uno Starbucks e l’omino che ti vende “statue di palloncini” oltre alla fornitissima farmacia.

Tutto il terzo piano è dedicato al Reparto di Pediatria. Accanto alle stanze dei medici, c’è una piccola stazione di pronto soccorso, quando i bimbi hanno la febbre si mettono lì tranquilli e fanno i primi accertamenti. Ma quello che ha conquistato me e mia figlia, oltre ad arredi colorati e un ambiente pulito e sereno è stata l’immensa playroom. Una stanza piena di giochi e attività. Una sala d’attesa davvero confortevole. Mia figlia è sempre contenta di andare dal dottore, a me non pesa aspettare, anzi mi diverte vedere il “mondo che mi circonda“.

Ultimamente ho avuto una nuova esperienza mistica. Siamo andati dal dentista, anzi meglio siamo andati in una clinica dentistica “Asnan”, segnalatami dalla mia amica Amal, dove c’è un intero piano dedicato ai piccolini.
Siamo arrivati inconsapevoli di quello che ci aspettava. Sapevo solo che la visita costava 60 euro. Questa volta siamo senza copertura assicurativa, ma ci sembra una cifra “normale”. Arriviamo davanti a questo bel stabile moderno, ad attenderci un servizio di vallet parking, e confesso che ho tirato un sospiro di sollievo. Il quartiere era molto affollato.

Saliamo questa scalinata ed entro in questa hall bellissima. Arredata tutta FENDI con i colori oro e bianco. Ormai sembro una pazza, non ho resistito e mi sono messa a fotografare tutto con il cellulare, mentre il marito compilava il modulo di accettazione.
Veniamo fatti accomodare al terzo piano e lì, mia figlia che era un po’ titubante, ha avuto la sua prima sorpresa. Una stanza enorme, arredata con animali, in un angolo, poltrone puf con tanti libri a tema “igiene dentale” ma alla portata di bambini.
Poco più avanti due enormi pupazzi, una girl e un boy, con la bocca aperta enorme. Il boy aveva l’apparecchio. Li vicino un enorme spazzolino con cui lavare i denti del bambino, uno era un dente cariato, pieno solo di caramelle, cioccolata, zuccheri.
La mia signorina salta da una lato all’altro della stanza, esclamando che bello, facendosi spiegare tutto. Poi veniamo accolti dal dentista e da tre assistenti. Lei si mostra di nuovo un po’ diffidente, loro iniziano a giocarci, a farle i complimenti, l’attirano sulla sedia, le mettono una mantellina colorata, le fanno scegliere il tipo di animale che il dottore utilizzerà per guardare dentro la bocca. Sono tutti dolci e pazienti, a me fanno sedere ai suoi piedi, anche se lei è davvero tranquilla. Ma tutto questo teatrino funziona per farle aprire la bocca, farsi controllare tutto. Fortunatamente tutto bene. Per ora siamo salvi.

Le fanno una mini lezione su come usare lo spazzolino, la fanno sentire importante, le raccomandano di lavare i denti sempre, così continuerà ad avere un sorriso brillante, di non mangiare caramelle e invece di gustare tanto grana, si il nostro formaggio che sarebbe pure un ottimo anti batterico. Poi le fanno prendere un giochino da una cesta e “ciao ciao ci vediamo tra sei mesi“.

Io e il marito ci avviamo increduli fuori. Lavare i denti alla piccolina richiede tanta opera di convincimento. Invece qui non ha fatto una piega.

Una volta fuori, quelli del vallet parking, si preoccupano di prenderci le sedie. Insomma che vi devo dire, non voglio crescere mia figlia in un mondo ovattato, però confesso che a volte tutte queste facilites, queste piccole accortezze,  rendono la vita proprio più facile….mai 60 euro spesi meglio.

Mimma & Drusilla

 

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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