Laila Haidari è meravigliosa

Ultima modifica 29 Novembre 2017

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Laila Haidari è una donna iraniana di 36 anni che sognava di diventare regista di documentari. Ha aperto un centro di riabilitazione per il recupero dei tossicodipendenti a Kabul, in Afganistan che si chiama Life is beautiful

Laila è decisa a lasciarsi alle spalle il suo passato di sposa e madre bambina (a 12 anni va in sposa ed a 13 ha un bambino). Circa un anno fa si reca in Afghanistan per partecipare un festival cinematografico. Una sera, passeggiando vicino al ponte Pul-i-Sokhta, che passa sopra il fiume di Kabul, vede un gruppo di tossicodipendenti, ragazzi e ragazze abbandonati a se stessi, denutriti e alcuni gravemente malati. Nasce così l’associazione Life is beautiful. Laila ha creato anche Mother Camp, una casa di accoglienza che ospita questi derelitti.

Per capire la situazione bisogna sapere che in Afghanistan si produce il 90% dell’oppio di tutto il mondo e secondo stime dell’Onu, i consumatori abituali afghani sono oltre un milione e mezzo.

Grazie alla sua perseveranza, in pochi mesi Laila è riuscita ad aiutare circa 300 ragazzi. A decine ogni giorno bussano alla sua porta. Molti di loro muoiono per overdose.

Per dar loro un futuro migliore, la 34enne Laila ha investito 26mila dollari, frutto di prestiti di amici e conoscenti, per aprire il ristorante “Taj Begum”, un locale che occupa 17 ragazzi, tutti ex tossicodipendenti. Lì hanno la possibilità di imparare un mestiere, rendersi utili e distrarsi dalla tentazione più forte.

Quello che faccio non è facile“– ammette Laila – “soprattutto perché essere una donna qui è più complicato che altrove. C’è chi mi ha accusata di prostituirmi con i ragazzi della comunità e mesi fa sono stata vittima di un tentato omicidio. Ma la cosa che mi spaventa di più – sorride – è il timore di non riuscire a restituire tutti i soldi che mi hanno prestato per il ristorante”. Poi si fa seria. “Ho 34 anni e anche chi è più grande di me ha iniziato a chiamarmi “mamma”. Per loro rappresento un rifugio sicuro e l’alternativa a un destino segnato.”

Certo, è una grossa responsabilità. Ma che cosa c’è di più bello al mondo?.

Paola Lovera

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