Le contraddittorie meraviglie della mia Provincia

Ultima modifica 21 Maggio 2018

Non so perché ma Macerata è una provincia che non conosce quasi nessuno. “Nelle Marche. Le Ma-rche. Più giù di Ancona, più su di Pescara… no,no, Roma non c’entra niente!”

macerata

A quanti operatori telefonici mi sono ritrovata a cantare questa tiritera. Ahi ahi la geografia… e per me, che sono un’insegnante elementare e che martello i miei alunni con confini, fiumi e laghi, questo è uno smacco!

Eppure a Macerata si vive bene, è una bella città. Ho scoperto che dal 2009 il Sole 24 Ore la colloca addirittura al 4° posto tra le province italiane con la migliore vivibilità, soprattutto per servizi, ambiente, salute. Fondamentalmente è vero: l’aria è ancora piuttosto respirabile, ci sono zone verdi, anche ampie (nella zona esposta più a Nord c’è il “Sasso d’Italia”: forse il punto più godibile della città,un boschetto urbano con un meraviglioso panorama sui Monti Sibillini da dove sgorga acqua sempre fresca) e, nonostante alcune vie che risultino piuttosto intasate in orari di punta, si circola bene senza troppo traffico.

I servizi sono molti e piuttosto efficienti: la città è relativamente piccola per cui scuole, uffici, supermercati e principali servizi urbani sono facilmente  raggiungibili dai differenti quartieri. Macerata è anche una città di cultura: durante l’anno sono molti gli studenti che frequentano l’Università, che è una delle più antiche d’Italia, mentre d’estate lo Sferisterio si riempie di appassionati per la stagione lirica. Lo Sferisterio accoglie anche “Musicultura”: festival che lancia giovani talenti che Radio Rai segue ormai con fiducia da parecchi anni. Purtroppo non è tutto oro ciò che luccica, infatti io vivo a Macerata da tempo, ci sono nata, ho fatto qui i miei studi, ma non sono maceratese… e questo per alcuni è un problema.

Ebbene sì: ho vissuto per venticinque anni a soli 15 km da qui, ma basta così poco per essere differenti. Purtroppo l’ambiente della città è un po’ chiuso, specie al centro storico: o fai parte del gruppo per cognome ed origine o sei escluso. Personalmente lo vedo da quando abito qui stabilmente e sono mamma: le mie amicizie restano quelle del paesino da dove vengo, che adoro e dove, per scelta, ho deciso di restare ad insegnare.

D’estate entrano i grilli dalle finestre e il barista davanti la scuola mi prepara la colazione riconoscendo il solo rumore della mia macchina. E questo per me è una delizia. Con gli altri genitori dei compagni di mia figlia lego poco: un ciao di sfuggita all’ingresso e via i gruppetti. Forse non è un problema solo di Macerata, ma di tutte le città di provincia, però, almeno qui, questa tendenza si riflette anche nelle scelte amministrative.

Purtroppo non c’è mai spazio per chi vuole proporre cose nuove e bisogna adeguare anche le scelte politiche a ciò che vogliono le famiglie che esercitano su Macerata un potere lungo generazioni. Per questo motivo è stato un problema fare delle letture con i

bimbi, seduti per terra su cuscinoni, nei locali della biblioteca comunale, che dovrebbe essere un luogo pubblico e non un sancta sanctorum. Per questo motivo il centro storico è chiuso al traffico e controllato da telecamere che erogano multe salatissime a chi entra nei varchi senza permesso ed esso sta pian piano morendo… Per questo motivo i parcheggi sono quasi tutti a pagamento e la gente preferisce quindi orientarsi da un’altra parte. Per questi motivi, purtroppo, questa bella città sta diventando un po’ morta come le pietre delle sue mura dove sia riflette il sole al tramonto.

Arianna Simonetti

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