Ultima modifica 20 Aprile 2015

… via i bimbi dalla mensa!

Era già successo e ora si replica, e si accende il solito dibattito, molti asseriscono che non si devono far ricadere sui bambini le colpe dei genitori. È vero, ma… chi paga? E soprattutto, perché qualcun altro deve pagare?

Sentite i pareri di alcuni responsabili della cosa pubblica.

Un sindaco afferma che più della metà delle famiglie del suo paese non paga, senza  fornire spiegazioni, e la ditta incaricata di fornire i pasti e che per contratto relaziona direttamente con i fruitori, ovvero il Comune e le famiglie, dopo aver inutilmente sollecitato più volte i predetti pagamenti, ha comunicato che non avrebbe più fornito i pasti ai morosi, il cui debito ha raggiunto importi vertiginosi. Poi soggiunge che , a suo parere, poiché esiste il diritto allo studio, gratuito per alcuni anni, sarebbe opportuno che anche la somministrazione dei pasti fosse a carico dello Stato o dei Comuni, con le opportune rimesse. Io torno a chiedere: chi paga?

La vice preside della scuola, con un aria decisamente tranquilla, sostiene che ci sia sempre stata una grande collaborazione tra Comune e scuola e  lei è convinta che, anche in questo caso, troveranno una soluzione. Ma, secondo me, lei non ha neppure un’ idea.

Una sindacalista, mi è sfuggito il sindacato di appartenenza, sostiene che ci deve essere un modo, bisogna trovarlo dice, magari con moduli Isee e far pagare il giusto ai genitori senza discriminare i bambini. Moduli? Ma dove vive? Sulla luna? E poi prosegue “pensate a quei poveri bambini come devono sentirsi umiliati quando gli altri li canzoneranno dicendoio vado a mangiare, tu noo..-“

Non sa che la mensa non è obbligatoria e che molti bambini non vi partecipano per motivi diversi?

Uno dei tanti genitori, che paga regolarmente, ha assicurato che i debitori non pagano non per indigenza (perché sono possessori di automobili di grossa cilindrata, sono fumatori abituali, frequentano i bar e non solo per il caffè oltre ad andare regolarmente in vacanza).

Questi i fatti, ma il problema è uno solo: chi deve pagare per i pasti dei piccoli?

Forse in un mondo ideale dove tutti pagano le imposte proporzionalmente ai propri redditi, sarebbe giusto che lo Stato fornisse anche i pasti oltre le lezioni ed i libri, ma in Italia…

Forse pochi lo sanno, ma negli Stati Uniti, anche negli anni migliori, i libri sono sì gratuiti, ma vengono distribuiti in comodato d’uso e devono essere restituiti in buone condizioni, pena il pagamento del prezzo di copertina.

In Italia invece no, i libri sono gratuiti e diventano di proprietà, gratuiti per tutti, anche per i ricchissimi, ammesso e non concesso che questi ultimi frequentino la scuola pubblica e non una costosa e privata.

Tanto paga pantalone, ma chi è pantalone? un’entità non definita? Uno che ha denaro a profusione e che, se necessario, ne stampa quanto vuole? Nossignori pantalone è lo stato che si finanzia con imposte e tasse soprattutto pagate dai dipendenti, pubblici e privati,  e, in misura indecentemente inferiore, dalle altre categorie composte da evasori più o meno grandi, lavoratori in nero, siano essi dipendenti o autonomi, giocatori in borsa e quant’altri che denunciano e pagano, quando lo fanno, importi decisamente inferiori a quelli dovuti. E, quando scoperti, soprattutto se grandi evasori, hanno tempo, denaro e avvocati per contrattare e giungere a dei compromessi (pagando meno della metà del dovuto) con il fisco.

Ecco, tornando a bomba, chi paga? Forse, nei documenti presentati per l’iscrizione dei figli, dovrebbe esserci una copia della dichiarazione dei redditi, e, in caso di mancati pagamenti, subito, alla scadenza, si dovrebbero convocare i genitori, verificare le loro condizioni economiche (anche attraverso la guardia di finanza) e, in caso che il mancato e reiterato pagamento sia dovuto a mancanza di volontà o a diversa scelta di priorità, passare subito, con procedura d’urgenza a pignoramenti e sequestri di beni mobili od immobili, ponendo invece a carico della collettività i casi in cui la reale indigenza sia provata.

Forse è un’utopia…in Italia!

 

Nonna Lì

 

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

2 COMMENTS

  1. è vero, chi paga?e tutti a condannare i sindaci in questione, i bambini devono essere trattati tutti allo stesso modo, ma poi chi paga? i soliti che si arrabattano e che non possono sfuggire alle maglie del fisco, gli altri? piangono miseria ma..vanno in vacanza, hanno abiti firmati, girano su grosse automobili, loro sono i ‘furbi’ quelli che non pagano mai e che pretendono, pretendono, pretendono

  2. Scusate se riprendo il discorso dopo un po’ di tempo, ma sono alquanto innervosita dal fatto che una mamma mi dica che non paga la mensa per nessuno dei suoi tre figli (mentre a me tocca pagarla intera solo perchè mio marito ha un lavoro in proprio e quindi “tu puoi”)e mentre me lo dice fuma in fila tre sigarette, come fuma il marito e il figlio maggiore….. allora oltre la dichiarazione dei redditi dovrebbe essere considerato quello che va “in fumo” mentre si fanno pagare la mensa dagli altri. Scusate non ce l’ho con i fumatori, ma non trovo giusto che questo debba pesare sulla comunità.

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