Le professioni che resistono alla crisi

Ultima modifica 6 Novembre 2015

 

La crisi ha colpito duramente l’artigianato, con la chiusura di circa 28mila imprese, ma nonostante tutto, vi sono alcune professioni che resistono: pizzaioli, estetistipellettai. I dati della Cgia di Mestre, parlano chiaro: +24mila posti di lavoro. Questo a testimonianza di una forte espansione delle professioni legate ai settori dell’alimentazione e dei servizi.

panettiere

Analizzando i dati forniti dalle Camere di Commercio, la Cgia ha stilato così una graduatoria dei mestieri che, tengono: nel 2013 le prime 20 attività artigianali in maggiore crescita hanno creato almeno 24 mila nuovi posti di lavoro, un numero che, a grandi linee, rileva la Cgia, corrisponde a quello dei dipendenti della Fiat presenti in Italia. Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia, commenta così i risultati della ricerca. “L’esplosione di molte attività è sicuramente legata al nuovo stile di vita che la crisi ha imposto alle famiglie italiane. Si va meno al ristorante o in pizzeria, ma alla cucina etnica o alla pizza non si rinuncia“.

estetista

Il boom di aperture registrato dai take-away è riconducibile – afferma Bortolussi – “proprio a questa nuova tendenza. Ci si priva di un capo di abbigliamento o di qualche giorno di vacanza, ma non si può fare assolutamente a meno al trattamento del corpo o alla manicure”. Altro discorso invece per quanto riguarda l’edilizia: si costruisce sempre meno ma aumentano gli interventi di manutenzione. Analizzando il trend di crescita registrato dalle principali attività artigiane nel periodo 2009-2013, la Cgia rileva che i tatuatori hanno segnato la variazione positiva più marcata: + 442,8%. Seguono in questa particolare graduatoria i pasticceri, con +348%, i pellettai, con +216,3%, gli addetti alle pulizie, con + 199,1% e i disegnatori grafici, con + 189,8%.

Occorre però tener presente che, questi incrementi vanno interpretati con molta cautela: molte delle categorie appena elencate sono composte da un numero di attività abbastanza contenuto. Pertanto, avverte la Cgia, bastano piccoli incrementi in termini assoluti per far aumentare a dismisura il dato percentuale.

Però ci sono ancora buone speranze… nel mondo del lavoro. Noi speriamo nella ripresa, per tutti.

Paola Lovera

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