Legge 40: il fine giustifica i mezzi?

Ultima modifica 15 Aprile 2021

Cosa avete fatto il 12 giugno del 2005? Non preoccupatevi non sono dell’FBI.
Negli ultimi quattro anni molte volte mi sono chiesta cosa ho fatto quel giorno.
No, non sono nemmeno pazza è che il 12 e 13 giugno 2005 c’è stato il referendum per abrogare la legge 40, quella discussa legge che regolamenta la fecondazione assistita.

Abrogare la legge 40

lege 40

Il punto è che se non me lo ricordo è perché forse ho votato in modo un po’ superficiale non conoscendo l’argomento e non sentendomi parte in causa. Probabilmente essendo cattolica praticante ho assecondato le indicazioni della Chiesa senza farmi troppe domande.

Queste domande e molte altre me le sono fatta quando dopo sette anni di matrimonio alla domanda. “Avete dei bimbi?”, continuavo a rispondere “no, c’è tempo”.
Parole rubate al mio ginecologo che continuava a ripetermelo e, nonostante le mie insistenze e la preoccupazione che iniziava a insinuarsi sempre di più dentro di me, sosteneva che non era il caso di fare accertamenti anzi recitava testuali parole: “fate l’amore e non fate la guerra”.

Perfetto, mi sta anche bene come motto ma quando fare l’amore diventa avere rapporti mirati con l’idea principale di procreare e ogni mese si conclude sempre con un fallimento.

Quando vedere i figli degli altri suscita sentimenti di rabbia anziché felicità, beh forse è ora di iniziare a capire cosa non va.

Sotto al cavolo ho cercato e, al massimo, ho trovato una lumachina ma non assomigliava a nessuno di noi due. Le cicogne ahimè non amano il clima della mia bella città e così ho iniziato a documentarmi su internet, principalmente nei forum dedicati all’argomento.
Ho scoperto un mondo sconosciuto, fatto di leggi ma soprattutto di persone, tantissime persone nella mia stessa situazione.

Ho scelto l’ospedale e anche il medico e, dicendo qualche ingenua bugia al medico di famiglia, sono riuscita a fare tutti gli esami che potevano servirmi per la prima visita, li ho aggiunti ad una valigia piena di speranza e siamo partiti.

La svolta è stata quando in ospedale un medico, molto somigliante a Bud Spencer, con delle mani enormi che mi facevano stringere le gambe solo all’idea di una visita ginecologica, ci fece accomodare. Poi disse: “allora ragazzi, voi siete qui perché volete un bambino e non ci riuscite? Non preoccupatevi mi occuperò del vostro problema!”.

Quell’omone era di un’umanità incredibile e ha mantenuto le promesse, si è veramente occupato del nostro caso che fortunatamente si è concluso in breve tempo con la nascita di due bellissime bambine.

Dicono che il parto faccia dimenticare tutto, diciamo che fa vedere le centinaia di punture e i vari tentativi falliti in modo diverso ma non li cancella.

Forse, se avessi saputo prima cosa provano tante coppie, avrei votato in modo più consapevole. Non penso che la legge sia del tutto sbagliata, anzi senza dubbio “certe cose” vanno regolamentate ma probabilmente alcuni punti, a mio avviso, sarebbero proprio da rivedere.

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