Qualcuno di voi ha avuto la fortuna di visitare il Gran Canyon?
Scendere i ripidi versanti a dorso di mulo o superare le rapide in un pazzesco rafting devono essere esperienze fantastiche.
Ma gli USA sono lontani e, chi vuole, può trovare canyon , certamente meno lunghi e maestosi ma…, anche nella nostra vecchia Europa.

Nelle prealpi di Castellane, nella Francia del sud, il Verdun ha scavato il suo corso, un canyon il più  spettacolare d’Europa, che offre uno dei paesaggi più selvaggi ed incontaminati del continente, un luogo indomabile ed indomato.

Il canyon è così stretto e le pareti così alte e scoscese che l’acqua del fiume è solo una piccola striscia serpeggiante, laggiù, lontano, lontanissimo e di un verd’azzurro incredibile e stupendo.

Il canyon si sviluppa per 26 km. dalla confluenza dello Jabron nel Verdun, in un percorso accidentato verso est, sino a sfociare, colmo d’acqua, nel lago di St.e Croix, proprio la dove è stato costruito un ponte.

Il paesaggio è affascinante.

Da un lato il lago magnifico e tranquillo , le cui acque azzurre e cristalline sono circondate da un pallido alone lilla è la lavanda tipica di questo territori.

Dall’altro lato l’ampia foce del Verdun sempre più verd’azzurro man mano che si allontana dal lago.
Le calme acque sono solcate a molte, moltissime barche che cercano di risalire il fiume, fin dove è possibile per ammirarne, dal basso, le peculiarità delle pareti.
In alcuni punti il fiume ha seguito le linee convesse della faglia giurassica, in altri è chiaro che, mantenendo il corso originale, si sia infossato nella roccia calcarea al tempo in cui il sollevamento della crosta terrestre ha dato origine alle Alpi.

Gli strati successivi sono delimitati da cespugli di bossi e lecci: incomparabile!
La distanza delle creste opposte oscilla tra i 200 e i 1500 metri, la profondità dai 250 ai 600 mentre è largo soltanto dagli 8 ai 90.
Seicento metri quasi a picco! Una discesa vertiginosa ma, a tratti, possibile in sentieri scavati dalla natura e dai passi dell’uomo, che degradano in lunghi  tornanti, con l’occhio che spazia, interessato, dalle parei che portano i segni del tempo all’acqua che occhieggia laggiù, laggiù.
E più si scende, qui solo a piedi, più lo sguardo incantato frena la discesa.
Ma i meno avventurosi, o chi a poco tempo,  hanno ugualmente la possibilità di godere degli eccezionali scorci panoramici che il sito offre.
Una strada lunga e tortuosa, lunga 20 km, progettata appositamente per consentire la vista dei paesaggi più spettacolari , si dipana sulla sponda sud ed è chiamata la corniche sublime.
Dalle terrazze della Mescla si ammira la confluenza delle vorticose acque dell’ Artuby con il Verdun e, poco più oltre, il ponte che collega le pareti rocciose delle due sponde e ancora avanti il tunnel del Fayat sopra lo stretto dei Cavalieri e, finalmente, si può ammirare la falesia dei cavalieri.

Ma non basta, la sponda nord è segnata dalla route des cretes che, lunga 23 km, è punteggiata da belvederi ricavati quasi oltre il ciglio dei precipizi.

Vi assicuro che si rimane ad ammirare, quasi increduli, gli spettacolari e diversi panorami che si aprono davanti ai vostri occhi, ma non si è affatto preparati a quello che compare quando ci si ferma al point sublime dove la vista si apre sul tratto più a valle del canyon e si resta li, impalati, impressionati, alla vista delle gole dette couloir de Samson.

Ecco, sono passati alcuni anni, ma, mio marito ed io, abbiamo ancora negli occhi e nel cuore  i colori, i profumi, le acque e le rocce delle gorges e, scrutiamo, ancora, quel pallido alone lilla regalato dalla lavanda.

Credetemi: vale il viaggio!!

Nonna Lì

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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