Ma, Milano Milano?

Ultima modifica 21 Maggio 2018

Erano i primi anni ’80 e quando si andava in vacanza al mare i ragazzini accorrevano come api sul miele perché si era sparsa la notizia che ai bagni “Mingozzi” c’era una di Milano. “Ma Milano Milano o …?” era la domanda più frequente che mi si poneva.

La stessa frase, a distanza di trent’anni, mi lascia atterrita quando la sento pronunciare dai ragazzini del paese della provincia di Varese, paese dove mi sono trasferita circa sei anni fa. Il mito meneghino è sempre lo stesso, ma che sia meneghino DOC però!

milano

Però, come spesso accade, non è tutto oro quello che luccica. Per esempio per tre anni io e il consorte, abitanti ancora nel capoluogo di provincia, abbiamo cercato di concepire il primogenito senza successo, capita a molti,: vita frenetica, tensioni. A dire il vero ci siamo anche divertiti: io entravo nel suo studio e cacciavo fuori gli assistenti durante il mio periodo di ovulazione, oppure praticavamo contorsionismi vari, musiche sciamaniche, infusi stimolanti ma… niente. Il ragazzo non si sentiva un ragazzo della città “da bere”, probabilmente sognava già la pastorizia.

Potrà essere solo una coincidenza, ma solo nel momento in cui ci siamo trasferiti in campagna non abbiamo fatto in tempo a firmare il rogito della casa che…Tac! L’erede era già nella mia pancia. Qual è la differenza per un bimbo tra il nascere in una metropoli quale Milano o nascere a soli 35 km di distanza in collina e in un’altra provincia? Qual è la differenza per un bimbo tra l’essere svegliati di prima mattina dal canto della cincia dal ciuffo o dal rumore di clacson e sgommate? Nessuna, penso.

Ogni bimbo si abitua subito al suo habitat, “prende le sembianze” di dove vive, incomincia a comportarsi, a parlare, ad ascoltare ed impara a muoversi nell’ambiente nel quale è nato, sia che si tratti di un monolocale o di una reggia. L’importante è che la percezione di “abbraccio costante” sia sempre presente in lui, l’importante è la consapevolezza che non sarà mai lasciato solo nel momento del bisogno.

La cosa che devo constatare, confrontandomi giornalmente con le colleghe ambrosiane, è che i loro figli, ma guarda un po’, hanno più spesso problemi legati alle vie respiratorie, percepiscono di più la concezione dello spazio “verticale” (grattacieli da guardare) che quella”orizzontale” (prati e boschi). Quando ai loro figli racconto del gelato prodotto vicino a casa mia con il latte delle mucche dietro il negozio, vedo i loro occhi sbarluccicare e supplicare i genitori di essere accompagnati a degustarlo il prima possibile.

Non illudetevi, però, che in una piccola cittadina i servizi siano più a misura “infante” che nelle grandi città. Purtroppo ho constatato che questa diceria è falsa. Stessi problemi, stesse cecità da parte delle amministrazioni comunali. L’indifferenza dilaga. L’unica cosa positiva è che può capitare non di rado di incontrare il “primo cittadino” in piazza e, quando capita, si può cogliere l’occ

asione al balzo per “vomitargli” addosso, respirando solo con le branchie per non perdere tempo, tutti i mali della città sapendo già che lui, serafico e imperturbabile, dopo aver incontrato l’ennesima mamma infervorata, risponderà con un : “Uhm… non lo sapevo, provvederemo”! Come dire, perle ai porci.

Avere un parco letteralmente sotto casa di circa 50 ettari, nel quale non solo poter praticare attività all’aria aperta, ma anche dove poter osservare specie protette come il tritone crestato, dove poter imparare insieme ai propri figli le stagioni delle migrazioni degli uccelli, raccogliere con loro le castagne e farci una torta a casa, osservare le stelle o il sole dall’Osservatorio Astronomico, offre ai nostri figli, e a noi stessi, la possibilità di avvicinarci ad una realtà che deve diventare la nostra prima priorità, l’amore e il rispetto per la natura sono la base per la costruzione diuna vita sana.

Il mito della gita “fuori porta” rimane identico, le famigliole meneghine scappano dal caos e vengono dai noi a cercare quiete, relax, cibo genuino e a visitare le fattorie e i boschi. Le famiglie di provincia, invece, vanno in città alla ricerca di vita (come dicono loro), di mostre, del sentirsi circondati da case alte, dal prendere il tram e la metro, gli opposti si attraggono!

Vi aspettiamo in provincia!!

Gine

1 COMMENT

  1. Ho notato che si è cancellato il link al mio blog sul mio nome, se vi interessata mi leggete qui:

    girati.wordpress.com

    ciao a tutti

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