Ultima modifica 20 Giugno 2019

Ecco… l’ho scoperto, mio figlio si fa.. ora ne ho la certezza. Sto morendo di paura, sconforto, terrorizzata, cosa ho fatto o non fatto di sbagliato??
Perché poi la domanda te la fai sempre… in cosa ho sbagliato IO???

Avevo il dubbio, ho ritirato in farmacia il kit per il test delle sostanze più comuni, l’ho obbligato, una sera appena tornato, lui riluttante ma dopo ce l’ho fatta… speranzosa… quasi sicura di dovergli chiedere scusa.
Piano piano si colora e l’esito è… POSITIVO.

E’ la seconda volta che faccio un test che lo riguarda, il primo mi ha riempito il cuore di gioia, questo mi ha fermato il cuore, un attimo che mi è sembrato una vita intera, la sua, seppur breve che sia, finita e io con lui.
Il panico mi annebbia il cervello, e lui che giura che è la prima volta e sarà l’unica… ma intanto io cerco una soluzione, che faccio, che gli dico… lo picchio, lo abbraccio, gli urlo addosso tutta la mia rabbia, COSA FACCIO!!

Quante madri si sono trovate in questa situazione… e purtroppo quante si troveranno.
Impossibile dare suggerimenti o consigli, ognuna di noi in una situazione del genere reagisce come nemmeno lei può immaginare.

Credo che l’importante sia non fare lo struzzo, affrontare la situazione di petto, come si suol dire, verificare prima di tutto a che punto è della dipendenza e soprattutto se si tratta di una dipendenza.
Le droghe di oggi danno sudditanza psicologica più che fisica.
Appena si ha anche un lieve o minimo sospetto comprare il kit ma, oggi mi viene da dire: fatelo, anche quando il sospetto non c’è.
Alla fine le cose che si pensano sono quelle. Parlare con i propri figli e fargli capire che non è la sfiducia verso di lui che ci porta a fargli il test, ma che in compagnia si fanno cose che nessuno credeva di poter o dover fare e che voi da genitori avete anche l’obbligo morale di verificare se volete.

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In tutte le ASL ci sono centri di sostegno per le famiglie e i ragazzi, sono professionisti preparati e possono sempre dare aiuto perché credo sia di quello che si ha bisogno.
Sapere che non si è soli, imparare strategie essere, fermi su regole e imposizioni, essere forti anche per loro e amarli il più possibile, fargli vedere tutto l’amore che proviamo per loro e tutto l’amore e il rispetto che loro devono avere per se stessi.

Non credo che ci siano regole fisse di comportamento per scongiurare o impedire che succeda, credo che si possano trovare strade diverse per raggiungere l’obiettivo, non è facile avere la forza da soli, queste cose indeboliscono le fondamenta delle famiglie più solide, ma bisogna guardare dritto verso la luce in fondo al tunnel, e andare avanti ad ogni costo, farsi carico del nostro ragazzo e rieducarlo alla fiducia in se stesso prima di tutto perché lui ce la deve fare, e noi con lui.

finale 1
Se ne esce distrutti, stravolti cambiati per sempre… ma sicuramente in meglio, perché credo sia una delle cose peggiori che possa accadere ai nostri figli e superare la prova delle prove è la vittoria della guerra, perché nonostante ci possano ripudiare, disconosce, odiare, rimangono e sempre rimarranno nostri figli.

finale 2
Vorrei che ci fosse la certezza che con duro lavoro, fermezza e amore se ne possa uscire, magari non incolumi ma con qualche ferita curabile, ma purtroppo la formula matematica non da in questo caso un risultato certo, niente più dare la certezza di potercela fare. A volte, anzi nella maggior parte dei casi la famiglia è d’intralcio in questo percorso, e se la cosa è seria è meglio che chi, più esperto e distaccato di noi, si prenda carico dell’ingrato compito del lavoro che si deve fare per riavere tra noi una persona risanata.

Sara Mazzoleni

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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