Mutilazioni genitali femminili: giù le mani dalle bambine!

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Dal 2003, il 6 febbraio è la giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili, una pratica spaventosa che ha già interessato 150 milioni di donne al mondo, soprattutto nell’Africa Sub-Sahariana e nel Medio Oriente.

In Italia spesso pensiamo che questa realtà sia fortunatamente lontana da noi e dalle nostre bambine. Ma purtroppo non è così: questo è un articolo scomodo e brutto, perché solo affrontando le cose brutte e guardando la realtà in faccia potremo cambiarla un giorno.

In Italia sono 35.000 le donne e bambine che hanno già subito una mutilazione. Bambine che vengono mandate in vacanza dai nonni nel paese di origine, bambine costrette a interventi clandestini nelle nostre città.

Parliamo di pratiche che vanno da piccoli taglietti quasi senza conseguenze, fino a mutilazioni vere e proprie, che mettono in pericolo la vita delle bambine e adolescenti che ne sono vittime dal momento dell’intervento e per tutto il suo futuro, senza parlare dello shock subito e dell’impossibilità di prendere decisioni sulla propria salute e sulla propria vita sessuale. Di questi interventi fa parte linfibulazione, un nome che basta da solo a fare paura, e che prevede una rimozione di clitoride, grandi e piccole labbra e una riduzione della vulva tramite suture. Per fortuna, tra tutte le mutilazioni genitali femminili, è la meno frequente.

Nei paesi in cui vengono praticate, sono considerate un rito di passaggio. Tra le molte credenze diffuse in queste società, ci sono quelle che una clitoride non rimossa potrebbe diventare un pene o rendere grottesca la vulva, che una donna non circoncisa svilupperebbe appetiti sessuali incontrollati, che non potrebbe partorire bambini sani. Molte persone nei villaggi (perlopiù cristiani copti e musulmani) credono che questa pratica sia consigliata dalla religione di cui fanno parte, anche se ovviamente non è così.

Il fattore per me più terribile di questa realtà è uno.

Te lo lascio intuire.

Tu, genitore, parente, sorella o fratello maggiore… permetteresti mai una cosa simile su tua figlia, nipote, sorella… se non fossi totalmente e ciecamente convinta/o che potrà farle soltanto molto, ma molto bene?

La buona notizia è che le cose stanno cambiando.

Negli anni si sono ripetute moltissime campagne di sensibilizzazione e azioni politiche internazionali volte a informare e a vietare queste pratiche. Molte comunità africane e asiatiche in Europa si sono coese contro questa pratica, molte nazioni l’hanno vietata, consultori e ospedali danno consulenza a ragazzine che potrebbero essere in pericolo.

Si tratta di tradizioni antichissime, certo, ma sui media tutto è più veloce, tutto è possibile con un po’ di tempo e tanta, tanta informazione. L’onda è già in moto e noi possiamo farla andare più velocemente.

Spargi la voce.

Giovanna Modoni consulente Rosso Limone

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