Ultima modifica 6 Novembre 2015

 

Quante volte, prima di partire per la vacanze, abbiamo dato fondo a tutte le scorte del frigorifero, facendo ben attenzione a non lasciare nulla lì a invecchiare? E quante abbiamo chiamato gli amici alla cena degli avanzi, per spartire gli ultimi rimasugli, spesso intonsi, per esempio dopo le abbuffate delle feste di Natale?

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È successo anche a Daniele, ingegnere trentenne pugliese, trapiantato a Torino ai tempi degli studi universitari e abituato a rientrare a casa durante le vacanze. Ad agosto, prima di tornare in famiglia per l’estate, ha guardato il frigorifero e ha deciso di chiamare in soccorso il suo amico Fabio, per regalare a lui, piuttosto che alla pattumiera, le sue scorte di pomodori e mozzarelle.

Da lì è nata l’idea: «chissà, quante persone si trovano nella stessa condizione e, chissà, quanto cibo, ancora mangiabile, finisce sprecato e nei cassonetti». La risposta è: tantissimo.

Esauriti amici, parenti, dirimpettai, a cui consegnare le scorte, Fabio, Daniele, Paolo e Emiliano, da buoni ingegneri, hanno deciso di fare dello scambio informale di scorte alimentare una scienza esatta.

Hanno impegnato le loro notti, i weekend, il tempo libero, lavorando nel salotto di casa ed è nata “Nextdoorhelp, una piattaforma, la prima in Italia, di “food sharing“, che è stata presentata ieri a San Salvario – quartiere storico di Torino -, nella sede di Opportunanda, l’associazione di via Sant’Anselmo 28, che ogni mattina offre la colazione a chi ha difficoltà economiche e non può permettersi di farla a casa.

frigoriferoLa piattaforma è un luogo di scambio virtuale, accessibile da pc, smartphone e dai social network, come Facebook, tra chi ha il frigo pieno, e non sa che farsene, e chi, invece, ha un “disperato” bisogno di un limone o di un formaggio spalmabile per cena e ha dimenticato di comprarlo al supermercato.

Basta registrarsi sulla piattaforma online, scrivere quale alimento si desidera, condividere, magari perché è in scadenza e si sa già che non si potrà consumarlo. E aspettare che qualcuno risponda. Chi, invece, è alla ricerca di zucchero, e ha già suonato ai vicini senza trovarlo, o, sempre più spesso, ha difficoltà a fare la spesa, può inserire la sua necessità sulla piattaforma, inserire il raggio d’azione (da 500 metri a 4 chilometri) e controllare cosa è disponibile in zona.

Poi, privatamente, per ragioni di privacy, avviene il contatto. A quel punto, “helper” e “finder” si danno un appuntamento per lo scambio, questa volta di persona e, se vogliono, possono recensire il contatto con una serie di feedback: commentarne la puntualità, l’affidabilità. E  –  perché no?  –  si può anche diventare amici, «perché per una volta la tecnologia non serve a isolare, ma per creare relazioni tra le persone», raccontano i ragazzi.

«È un’idea anti spreco, che nasce per il cibo, ma che è già predisposta per altre categorie di prodotti, sui quali l’idea dello scambio è già più comune e diffusa  –  spiega Paolo Pagliazzo, che alla formazione ingegneristica ha aggiunto una vocazione ambientale  –  Solo in Germania esiste da qualche mese un servizio simile al nostro, perché il food sharing è spesso trascurato. Speriamo invece che prenda per contrastare lo spreco domestico».

Nextdoorhelp ha ottenuto il plauso di Slow Food, l’associazione fondata da Carlo Petrini, che da anni è impegnata in una campagna contro lo spreco di cibo. «È anche grazie a questa collaborazione  –  prosegue Paolo  –  che contiamo di passare dai cinquanta iscritti attuali, soprattutto amici nostri, coinvolti con il passaparola, a un migliaio di utenti entro sei mesi».

Bene, bravi.

Condividiamo tutto di noi: foto, momenti di vita e notizie. È arrivato il momento di condividere gli “avanzi”.

Paola Lovera

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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