Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Spiegatemi perché, in un periodo storico dove i papà cercano in tutti i modi di riprendersi il loro ruolo in famiglia, e ci stanno anche riuscendo molto bene, c’è chi sente l’esigenza di doverli in qualche modo screditare, o ridicolizzare.

famiglia

Ci sono articoli imbarazzanti che ho letto in questi giorni, per altro pubblicati su un magazine sicuramente autorevole come l’huffingtonpost dove le mamme vengono descritte come esseri perfetti ( sottolineando il fatto che se tu non sei una di quelle praticamente non vali un tubo) mentre i papà vengono declassati al ruolo di mammo appunto, perché sempre secondo l’autrice è più facile fare la mamma che il papà. Non vi tedio con l’assurda descrizione di questi esseri, (se volete potete leggere l’articolo in tutta la sua bellezza direttamente sul sito) anche perché c’è da sperare che il tono dell’autrice sia ironico… Vado dritta alla conclusione che cito testualmente: ”La nostra società è ormai una società senza padri, così l’hanno definita infatti molti studiosi, e non tanto per la loro assenza fisica (assenza dovuta al lavoro e alle separazioni), quanto per la loro “evaporazione dal punto di vista sociale e culturale che li ha resi marginali e neutrali nel processo educativo”.

Ora, a parte il fatto che io non ho capito dove sarebbero evaporati i padri, la prima riflessione che mi viene spontanea è se l’autrice sia felice con se stessa.

Perché dovere a tutti i costi dare dei giudizi, fare delle considerazioni su un ruolo, quello del padre, che evidentemente non conosce? Perché dover rendere pubblico un pensiero decisamente irreale, o comunque minore rispetto a quello che realmente sono i papà di oggi, non sarebbe molto più stimolante fare il contrario applaudendo a tutti gli uomini che stanno cambiando?

Uomini sicuramente non perfetti, ma che vogliono partecipare, sempre, ed attivamente ”a quello splendido, inestimabile e ineguagliabile dono che hanno generato insieme a noi mamme: la famiglia”.

Noi, mamme. Loro papà. Ognuno con il suo ruolo. E’ così difficile?
No, non direi. Ma forse raccontare la normalità fa meno notizia, meglio uscire dalle righe, a tutti i costi, anche se questo vuol dire sputare su una categoria che ha tutte le carte in regola per avere una sua precisa identità.

Monica Volta

Milanesedipendente, uno spiderfiglio a un marito che adoro. Sono una persona leale, cortese, pazza ma senza strafare, permalosissima e un po’ pignola. Avere a che fare con me non è semplice, ma se scatta la scintilla...

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