Ultima modifica 10 Novembre 2015

 

Si chiama Giuseppe Ottaviani, ha 97 anni ma, soprattutto, è un atleta da record nel salto triplo: nelle sue 10 gare in solitaria al campionato mondiale di Budapest, categoria Master (dai 95 ai 99 anni), l’ex sarto di Sant’Ippolito ha ottenuto un record mondiale (nel salto triplo: 4,44 metri) e tre primati europei (nel salto in lungo con 1,83 metri, nel salto in alto con 0,82 metri e nei 200 metri con un 1’56” 32). E, confessa che fino ai 50 anni era pigro e fumava.

giuseppeottavianiOgni tanto prende il raffreddore. Capita, a 97 anni (98 il prossimo 20 maggio), anche perché Giuseppe Ottaviani da Sant’Ippolito, “il paese degli scalpellini”, mille anime tra Fano e Pesaro, non è che poi faccia molto per riguardarsi. «Mi alleno a giorni alterni, ma spesso capitano anche due sedute consecutive. Vado in palestra o al campo di atletica all’aperto di Fano», racconta.

A Sant’Ippolito – il suo paese – non si scompongono: lo sanno da un pezzo che l’ex sarto del paese, con quel fisico che è un inno alla normalità (un metro e 70 d’altezza per una cinquantina di chili), è un fenomeno unico, un “ET” dell’atletica, forse un mistero per la scienza.

Gli ultimi sei giornili ha trascorsi su una pista d’atletica indoor a Budapest, campionato mondiale over 35. Non che se la dovesse vedere con aitanti quarantenni, non esageriamo: lui ha gareggiato nella categoria Master (dai 95 ai 99 anni) e si è portato a casa la bellezza di 10 medaglie d’oro, consacrandosi l’atleta Master italiano più titolato di tutti i tempi davanti a Vittorio Colò (7 ori nel 1997) e a Ugo Sansonetti (5 nel 2004).

Il punto è che nelle sue 10 gare in solitaria, l’ex sarto ha ottenuto un record mondiale (nel salto triplo: 4,44 metri) e tre primati europei (nel salto in lungo con 1,83 metri, nel salto in alto con 0,82 metri e nei 200 metri con un 1’56” 32), a cui vanno aggiunte le gare dei 60 metri (14” 67), del lancio del disco (14,20 metri), lancio del peso (5,39 metri), lancio del martello (12,17), lancio del giavellotto (11 metri) e lancio del martello con maniglia corta (5,54 metri).

giuseppeottavianiGiuseppe Ottaviani, come tanti della sua generazione, non è affatto nato nella bambagia. «I miei genitori non avevano i soldi per farmi studiare e così ho imparato il mestiere di mia madre, che faceva la sarta per uomini». A vent’anni, la chiamata in guerra: «Era il primo febbraio del 1937, ero autista in aeronautica: Ferrara, Padova e poi Torino dove mi trovai sotto i primi bombardamenti». Quindi, tre anni in Francia e il ritorno al paesino di Sant’Ippolito a fare il sarto, il marito (sposato con Alba, 90 anni) e poi il nonno (due nipoti). Ha scoperto lo sport a 70 anni. «Mai fatto niente prima. Fino ai 50 ho anche fumato. Ancora adesso a tavola mangio di tutto e non rinuncio a un bicchiere di rosso».

È stato al momento della pensione che Ottaviani ha cominciato a frequentare il campo di atletica: «Fu il professor Graziano Bacchiocchi ad iniziarmi alla velocità e ai lanci, erano gli anni Ottanta». Subito arrivarono le vittorie (39 in tutto i titoli nazionali). Altro debutto nel 2010, a 94 anni, quando, seguito dal professor Mauro Angelini, Ottaviani si cimenta nel salto in alto, lungo e triplo. Ama dire che la molla della sua vita è la curiosità.

Si è comprato un computer e naviga in Rete. Come un ragazzino, non è mai sazio: bravo, Nonno Giuseppe.

Paola Lovera

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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