Olio di Palma, la Ferrero alla riscossa

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Potevamo esimerci dal parlare di Olio di Palma?
Assolutamente no, e noi oggi lo facciamo, come spesso succede, per andare controcorrente.

Abbiamo deciso di approfondire l’argomento citando un alimento spesso accomunato con l’olio di palma: la Nutella.

Olio di Palma vs crema alla nocciola: come stanno le cose?

olio di palma

Vorrei fare qui una premessa: questo non è un articolo sponsorizzato.
D’altronde non credo che la Ferrero abbia alcuna necessità di sponsorizzare la sua crema alle nocciole che, come una volta sentii per un altro prodotto di altissima diffusione, è un articolo che “non si vende, si distribuisce”, nel senso che non bisogna di pubblicità alcuna.

Adesso veniamo ai fatti, serissimi oltretutto.

Più volte anche noi abbiamo raccontato di prodotti senza olio di palma, di ingredienti salutari e alternativi e di alimentazione responsabile.

Poi però ho cominciato a sentire pareri discordanti sulle creme alla nocciola, e sono andata alla fonte.
Ho interpellato la Ferrero in prima persona per sentire come mai loro andassero dritti per la loro strada e continuassero a produrre il loro prodotto con l’olio di palma.

E mi hanno risposto in modo convincente.

L’ufficio comunicazioni ci ha infatti inviato un dossier completo e articolato che ha fatto un po’ di chiarezza sull’olio di palma. O almeno su quello utilizzato dall’azienda per confezionare il suo prodotto di punta.

Olio di Palma, un po’ di notizie sull’argomento Nutrizione

olio di palma

L’olio di palma è ricavato dai frutti della palma Elaeis guineensis, tipico di Malesia e Indonesia.

Questi sono ricchi di olio, che si ricava dalla spremitura e garantisce un’ottima resa, al contrario di altri oli simili, per coltivare i quali sarebbero necessarie superfici molto maggiori, con un impiego di fertilizzanti e pesticidi nettamente superiore. La pianta richiede anche meno acqua.

La Ferrero conferma che l’olio di palma utilizzato nelle sue ricette è al 100% sostenibile e certificato dal Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO).

Esso viene da frutti spremuti freschissimi a temperature controllate, ed è sicuro al pari di altri oli vegetali (testati da Stiftung Warentest, fondazione tedesca indipendente).

L’olio di Palma nell’alimentazione infantile

Il Direttore di Pediatria della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, (Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità), e docente dell’ Università degli Studi di Milano (Nutrizione infantile) Carlo Agostoni sostiene inoltre che l’acido palmitico contenuto nell’olio di palma ha una centralità peculiare nella nutrizione infantile.

E’ addirittura presente nel latte materno in percentuali dal 20 al 25%.

Esso contribuisce al benessere dell’individuo in diverse maniere.
Non sto qui a dettagliarvi come, ma se volete,  potete leggere l’abstract per avere tutte le informazioni del caso.

Ovviamente questo non significa che un luminare di pediatria consiglia di nutrirsi di bidoni di crema alla nocciola, per intendersi, ma che a volte la disinformazione trasforma i rischi in pericoli reali e certi.

Inoltre l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha dichiarato che a oggi non esiste alcuna evidenza di verificati effetti negativi del consumo di grassi saturi contenuti nell’ olio di palma (stiamo sempre parlando di quantità “umane” e non di eccessi, che sono dannosi anche se si parla di qualsiasi alimento).

L’impatto dell’olio di palma sulle popolazioni fornitrici

olio di palma

L’olio di palma rappresenta una risorsa agricola tra le più remunerative in alcuni paesi tropicali (il 40% della produzione globale di olio di palma è rappresentato dal lavoro di piccole aziende agricole).

E se da un lato si grida alla deforestazione, dall’altro la Ferrero (in questo caso) risponde che grazie a pratiche agricole trasparenti e disciplinate è possibile sostenere le piantagioni di palme da olio migliorando le condizioni di vita di alcune popolazioni. Peraltro non interferendo sull’ecosistema di questi territori.

Ovviamente bisogna attenersi a standard di qualità e controllo sul lungo periodo e su collaborazioni tra aziende, associazioni e governi.

L’olio di palma negli alimenti: quale alternativa?

L’olio di palma è stato scelto da decenni quale ingrediente per numerosissimi prodotti industriali, grazie al suo gusto e alla sua fragranza neutri.

  • E’ utile per preparazioni sia solide che liquide.
  • E’ resistente all’ossidazione.

Elena Fattore, Ricercatrice presso il Dipartimento Ambiente e Salute dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, sostiene: “La campagna denigratoria sull’olio di palma, basata sul fatto che quest’olio contiene una percentuale maggiore di acidi grassi saturi rispetto ad altri oli vegetali non ha alcun riscontro nell’evidenza scientifica”.

Il marketing dell’olio di palma

Lo scorso 27 ottobre infine c’è stato un incontro con numerose personalità scientifiche, sedute attorno a un tavolo per fare chiarezza sull’argomento olio di palma nella crema Ferrero.

Tra i relatori il prof. Claudio Bosio, Preside della Facoltà di Psicologia e Professore di Psicologia del marketing e dei consumi presso l’Università Cattolica di Milano, che è intervenuto sostenendo: “La promessa ‘senza olio di palma’ sembra limitarsi ad una dichiarazione di fatto, ma sul piano pragmatico, tipico della comunicazione sociale, l’enfasi sul ‘non contiene’ evoca e rafforza l’idea che l’ingrediente sia cattivo”.

Ditemi quante volte siete andate al supermercato e, ora che ci sono miriadi di prodotti “senza olio di palma”, non avete avuto anche voi questa percezione.

Non bisogna dimenticare però che questa nuova lotta tra i sostenitori del con e del senza a volte potrebbe essere dettata più da argomenti di concorrenza che non di salute dei consumatori.

E poi, e questo lo ha ribadito all’incontro il Direttore del Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico Giovanni Fattore, a volte sapere che un prodotto proviene da posti come Asia e Africa, diciamo la verità, spesso insinua un dubbio sottilmente razzista in noi: “Ma come sarà fatto? Con che standard igienici? Con quali ingredienti?”

Insomma sembrerebbe proprio che intorno all’olio di palma si sia alzato un polverone sul quale qualcuno ha marciato.

E noi, poveri consumatori in buona fede, abbiamo sentito il bisogno, umano, di pensare che per difendere la nostra salute ci si dovesse coalizzare tutti contro questa piccola oliva.

Per non parlare di quei soggetti più facilmente impressionabili che al mantra “senza olio di palma” hanno risposto boicottando in forze qualsiasi prodotto che ne contenesse un microgrammo.

E qui i pubblicitari ci hanno creato un business.

Con questo non bisogna però pensare che tutta questa storia dell’olio di palma sia una bufala. Non stiamo affermando ciò e non lo ha mai detto neanche la Ferrero.

Certamente una produzione scorretta dal punto di vista delle coltivazioni, delle produzioni e della distribuzione ha dato inizio a una diffidenza spesso e volentieri giustificata.

Ma come sempre fare di tutta l’erba un fascio non è mai una buona pratica.

La Ferrero e l’olio di Palma, un incontro chiarificatore

olio di palma

Durante questo incontro del 27 ottobre infine Alessandro d’Este, Presidente e Amministratore Delegato di Ferrero Commerciale Italia, ha chiarito la posizione della Ferrero sull’olio di palma, esponendo il decalogo dell’azienda, se mai se ne fosse sentito il bisogno.

“Scegliamo la qualità del nostro olio di palma, delle nostre nocciole, del nostro cacao. Lavoriamo con passione e competenza tutte le materie prime. Le principali ONG considerano Ferrero una best practice. Ci approvvigioniamo esclusivamente di olio di palma 100% sostenibile, secondo una tra le più stringenti certificazioni rilasciate da RSPO” ha affermato alla platea.

Se non bastasse, vi confermo che Greenpeace, nella valutazione complessiva di fornitori di beni di consumo della Palm Oil Scorecard 2016, ha inserito la Ferrero come una delle 2 aziende leader del suo settore.

L’unica in grado di tracciare fino alla piantagione di origine quasi il 100% dell’olio di palma acquistato.
Pollice verso anche da WWF, che ha indicato l’azienda tra le migliori in fatto di sostenibilità.

E’ ovvio che la Ferrero abbia voluto difendere la propria posizione, ma magari sull’onda del successo del”senza” anche questo colosso alimentare avrebbe potuto essere tentato dalla conversione.

Magari avrebbe anche potuto aumentare i prezzi al consumo, pubblicizzando la “nuova Nutella palm oil free”.
Ma non lo ha fatto.

E dopo avere letto la mail ho deciso: magari continuerò a leggere bene le etichette e cercare di sapere cosa mangio, ma quanto a crema di nocciole, io sto con Nutella!

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