Ormoni pubblicitari

Ultima modifica 6 Ottobre 2016

L’estate, qualcuno ha detto, è il periodo in cui diamo il peggio di noi, la volgarità sembra essere maggiormente sdoganata, laddove, peraltro, già normalmente straripante, mi riferisco nella fattispecie alle pubblicità in tv.

Spesso si sente dire di quanto il corpo femminile venga abusato per questo fine e si cerca il colpevole tra società maschilista e donne pronte a vendersi assecondando, in barba al femminismo, questa mentalità.

Non voglio citare i casi più gravi, che spero siano stati e saranno perseguiti a norma di legge, ma sottolineare come, pur se grotteschi, alcuni esempi più soft indichino comunque una linea di tendenza nel migliore dei casi poco elegante.

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Devo dire che ero convinto che il massimo fosse già stato raggiunto ad inizio stagione dalla pubblicità di una sigaretta elettronica che vede protagonista il “nostro” principe Filiberto, alle prese con un esplicito riferimento al sesso, ma, è il caso di dirlo, più che un primato era uno ius primae noctis…

Il fascino beckettiano  dell’assurdo spetta invece allo spot in cui in una spiaggia in piena estate una ragazza in bikini succinto, ben dotata da madre natura e da padre chirurgo, nota un ragazzo in t-shirt nonostante i 45 gradi all’ombra e si avvicina con fare suadente, sedotta dalla sua reticenza a partecipare alla classica partita di calcetto sulla sabbia, alla quale preferisce un tablet collegato in streaming ad una partita di calcio, tipico elemento distintivo per far crollare ai propri piedi ogni donna…

Se penso che nel target di chi ha ideato il tutto io ci sarei in pieno, un po’ mi viene da ridere, un po’ mi terrorizza.

Ma l’asso piglia tutto è la rivisitazione di un classico, uno dei momenti più attesi da ogni uomo nel palinsesto televisivo estivo: la pubblicità della protezione solare. L’incipit odora di rivoluzione, per una manciata di secondi chi, come me, pur rispettando le donne non è ipocrita o bigotto a tal punto da affermare che uno spot del genere sarebbe parimenti efficace se come testimonial vi fosse un uomo tarchiatello, ha salutato subito favorevolmente il fatto che la bella e pur procace protagonista non fosse in topless come da tradizione, con rammarico degli aficionados, a dimostrazione di un maggior rispetto.

L’idillio finisce quasi subito, ovvero quando appare la seconda protagonista dalla carnagione nordica, al fototipo della quale è dedicata la nuova linea della crema protettiva; fin qui tutto ok, senonché in un gesto a metà tra l’amichevole e il porno soft, le due protagoniste si spalmano la crema vicendevolmente. Mi si dirà: ma tu sei prevenuto! Forse, ma come spieghereste il tono della voce narrante che da descrittivo ed ammiccante come è giusto che sia, passi sul finire al lascivo e sembri voler sottintendere un accordo sotterraneo tra uomini, quando recita il claim a chiusura: ” “Doppia protezione, doppio piacere”?

Lasciatemelo dire, noi uomini facciamo una pessima figura, in particolar modo quelli affascinati dalle donne omosessuali, per le quali in realtà siamo eccitanti quanto appetitosa è una bistecca per un vegano, ma qualcuno mi sa spiegare perché una pubblicità rivolta ad un pubblico femminile continui da anni a strizzare l’occhio agli uomini?

G.P Antonicelli

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