Paese di scortati

Ultima modifica 20 Aprile 2015

Negli Stati Uniti solo il Presidente ed il suo Vice hanno diritto ad una scorta, nessun altro e, se qualcuno pensa di averne bisogno deve provvedere con i suoi mezzi.

La stessa cosa succede in quasi tutte le democrazie europee, pensate che in Irlanda, in un treno di pendolari affollato, ho viaggiato a fianco del Ministro del Lavoro irlandese ( a proposito possedeva un normale abbonamento che pagava personalmente).

Nel bel paese sono più di 2000, avete letto bene, duemila le persone che hanno diritto alla scorta, che ha diversi livelli, più o meno numerosa,  con più o meno automobili, blindate o no .

Naturalmente ne ha diritto il Presidente della Repubblica ( perché? se il suo ruolo è solo di garanzia) e con lui il Presidente del Consiglio, quelli delle Camere oltre a 3 Ministri giudicati più importanti? Ma non sono tutti uguali a termini di costituzione? Che, tra l’altro, afferma che il Presidente del consiglio è solo PRIMUS INTER PARES!!!

Ma l’Italia, politica e non, è paese di privilegi, dove le scorte rappresentano uno status simbol , non sempre necessarie, anzi, nella maggior parte dei casi proprio non lo sono.

Chi le ha le ha per sempre, o quasi, anche quando non occorrono più, ammesso e non concesso che siano state una volta necessarie.

Scorte fornite dal Ministero degli interni e scelte tra i migliori rappresentanti di tutte le forze dell’ordine, ma non dall’esercito e sapete perché?

Perché, per regolamento, gli appartenenti all’esercito devono operare sempre in divisa, mentre le forze dell’ordine ( anche la guardia di finanza o quella penitenziaria) possono, se l’occasione richiede, operare in borghese.

E, i signori scortati, preferiscono uomini in borghese, forse odiano le divise?

Il caso è balzato agli onori della cronaca per ‘colpa’ dell’eccessivo dispendio di uomini e denari relativamente alle 2 scorte assegnate al Presidente della Camera, che, durante i mesi estivi ( non per il ristretto periodo di vacanza) soggiorna in parte a Roma ed in parte in una villa all’Argentario, secondo il suo piacere e a sua perfetta discrezione. E allora, nella necessità di alloggiare la sua scorta vacanziera, sono state affittate, in questi ultimi anni, 6 stanze in un albergo ad Orbetello.

Poi si è tolta la scorta ad un ex- ministro leghista che aveva ricevuto minaccie, che non hanno avuto seguito alcuno, ma tra gli altri usufruiscono di scorta Diliberto, Fassino, Taormina….perchè?

Si sa che molti ex deputati, magistrati, giornalisti che non hanno più, per legge, il diritto alla scorta, continuano a mantenerla, magari solo la classica auto blu, non più una blindata, con un appartenente alle forze dell’ordine che funge ormai solo da autista.

C’è un organismo che ogni 6 mesi verifica l’opportunità della concessione di scorte, e, quando le revoca, le stesse sono riconcesse per ‘intercessione’ di un parlamentare, con la connivenza dei prefetti interessati.

Ora, in clima di ‘spendig review’, il Ministro Cancellieri si propone di operare dei tagli, ma ha comunicato che trattasi di materia delicata e a ricordato che Biagi è morto perchè gli era stata tolta la scorta.

Ma Falcone e Borsellino  sono morti nonostante la scorta, perché le istituzioni preposte erano assenti, latitavano , come nel caso del Gen. Dalla Chiesa, anche Borsellino era a conoscenza di essere un morto che cammina, e con lui la sua scorta, perché quello che doveva essere non è stato predisposto.

Ma in Italia più di 2000 uomini sono utilizzati per le scorte, per la massima parte solo status simbol, e vengono spesi 250.000.000 duecentocinquantamilioni di Euro l’anno per questo servizio.

E hanno una scusa: l’ Italia è un paese difficile, dove è difficile vivere, non abbiamo forse i maggiori gruppi  di delinquenza organizzata?

Ma non è vero!! Negli Stati Uniti, oltre alle nostrane mafie laggiù esportate vivono e prosperano la mafia cinese, quella russa, la giapponese che, scusate, non sono meno efferate di quelle nostrane.

È che ai nostri piace aver l’auto e l’autista gratis e pavoneggiarsi con le scorte, ma loro sono in pericolo, poverini, loro sono minacciati a causa del loro lavoro(?).

Dicono di lavorare per l’Italia, dicono…..qualcuno ci crede?  

 

Nonna Lì

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