Non si può dire molto a proposito delle elezioni, almeno non oggi: in questo momento, mentre sto scrivendo, sono ancora in corso, quindi i telegiornali, più che affermare che l’affluenza è in calo, non possono fare.

Sono le elezioni del non.

Non si invita ad andare al voto.

Giorgio Napolitano oggi ha detto l’ovvia verità: non si deve invitare al voto, visto che è sancito dalla Costituzione.

Non si dice chi si vota, né prima né dopo averlo fatto (Fede ci ha insegnato quanto fossero fallibili e inefficaci gli exit poll).

Io ho scelto un partito nuovo, perché ne approvo il programma e perché voglio vedere che cosa succede (sui giornali britannici quel partito viene dato al 40%, ma da noi non viene fatto cenno di questi sondaggi) in caso di vittoria o di buoni risultati di quest’ultimo.

Non sono disillusa né qualunquista.

Sono una (giovane) donna che spera ancora che un’Italia onesta possa sorgere sulle ceneri di quella precedente, fatta di furbi e puttanieri.

Non so, piuttosto, quanto abbia fatto bene alle elezioni la trasmissione su tutti i notiziari dell’incursione delle Femen al seggio elettorale dove ha votato il Cavaliere, ma questo è un altro discorso. Ma si sa, la tetta fa audience, quindi nessuno ha rinunciato a questa ghiotta occasione, anche a costo di inquadrare quel patetico ghigno.

Forse a loro prometterà la restituzione dei reggiseni.

 

Sara Evangelisti

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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