Pre-adolescenza, a metà tra il sentirsi bambini e la scoperta del mondo adulto

Ultima modifica 20 Giugno 2019

“Non so se mi sento ancora piccola oppure che sto crescendo”.
Questo è il pensiero tipico di molti pre-adolescenti, che si trovano intorno all’età delle scuole medie alle prese con un passaggio importante, ovvero l’abbandono del mondo dell’infanzia verso un mondo più adulto.
Per molti di loro questo passaggio può essere difficile e presentare qualche ostacolo.

preadolescenza

Dunque, cosa rappresentano per loro questi due mondi?

Essere bambini rassicura, perché l’immaginario è quello dell’accudimento, ovvero l’idea di una mamma e un papà che si sono sempre, che supportano, sostengono, fanno per e con te.
Diventare adulti vuol dire, in parte e nel loro immaginario, cavarsela un po’ da soli.

Ricordo una ragazzina che mi diceva di non aver voglia di tornare a casa da scuola e cucinarsi da sola il pranzo. Ricordava sempre che qualche tempo prima erano la mamma o la nonna ad occuparsi di questo aspetto.
È banale?! Per loro no.

Le questioni del mondo adulto riguardano anche altro.
La stessa ragazzina era anche molto preoccupata per la sessualità.
Ovvero, vedeva intorno a sé le sue amiche già alle prese con il fidanzatino, già incuriosite dell’argomento o già alle prime esperienze. D’altro canto, lei stava ancora coltivando le sue amicizie, non aveva alcun minimo interesse per la sessualità, la priorità era conservare il rapporto con le amichette.

Verrebbe da chiedersi: dove sta la regola?!

Difficile a dirsi. Credo che ad oggi, c’è chi arriva prima ad affrontare le suddette questioni e c’è chi arriva dopo.
Forse, non è tanto il momento in termini di tempistica, ma il come le si affrontano che fa la differenza.

Il tema della sessualità è molto ampio.
Alcune adolescenti o pre-adolescenti di oggi hanno una visione libera dell’argomento, che le porta a sperimentare, fare delle prove senza troppi pensieri, spesso dimenticandosi della componente affettiva, ma trasformando il tutto in un gioco, con più o meno regole.
C’è chi è più pronto e si butta, c’è invece, come la ragazzina di cui sopra, che vede, ascolta, percepisce queste dinamiche, non le comprende sul piano cognitivo, emotivo e relazionale, e se ne allontana perché in fondo spaventano.

Allora, a volte, meglio restare piccole, come pensano alcune di loro.
Di questioni legate a questo fragile passaggio di crescita ce ne sarebbero molte.
In generale, credo sia importante per un genitore accompagnare il proprio pre – adolescente, facilitando il passaggio all’età più adulta, trasmettendogli la presenza costante, ovvero il supporto dove poter esprimere le proprie paure, capire le dinamiche complesse e sconosciute di un mondo nuovo, elaborare il lutto per la perdita del senso di sicurezza e protezione del mondo dell’infanzia.

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