Primo Meeting Nazionale dei figli adottivi

Ultima modifica 19 Giugno 2013


Si celebrerà il 22 giugno, a Bologna   il primo meeting degli adottivi adulti, bambini arrivati 20, 30, 40 anni fa in Italia grazie all’adozione internazionale. “Adottivi non si nasce, si diventa!” è l’appuntamento nato su iniziativa del CIAI, Centro Italiano Aiuti all’Infanzia, nato nel 1968, che è stata la prima associazione in Italia ad occuparsi di adozione internazionale con il fine di tutelare i diritti dei minori, che ha lanciato l’appuntamento già al convegno che annualmente si svolge a Cervia dove si incontrano tante coppie adottive per confrontarsi e discutere di vari argomenti legati all’adozione.
Il Gruppo Adottivi adulti CIAI ha anticipato questa iniziativa aperta a tutti coloro che sono stati accolti in una famiglia italiana con l’adozione nazionale o internazionale: un’occasione unica di confronto tra ragazzi senza la partecipazione dei genitori e con gli esperti invitati, per la prima volta, solo come uditori.

Un progetto nuovo nel settore delle adozioni internazionali che è stata presentata da Maria Forte che, con il Centro studi CIAI, coordina il lavoro degli adottivi adulti. Molti i temi che verranno affrontati a Bologna tra cui quello dell’identità etnica e delle proprie origini, dell’adozione come esperienza di crescita, del viaggio adottivo dei giovani nel corso degli anni, da soli, con la famiglia, in società.

“Il primo intento è quello di potersi confrontare e di parlare con il cuore sollevato – ha detto Vassanth Armando, che fa parte del Gruppo adottivi adulti : spesso parlare di adozione con chi non la conosce è faticoso perché è considerata esperienza dolorosa. E’ vero, ma è anche un’avventura meravigliosa, abbiamo genitori che ci amano e che amiamo, abbiamo avuto l’occasione di ricominciare e non è cosa da poco”.

Insomma il meeting bolognese verrà dedicato ai figli adottivi diventati grandi, ai percorsi fatti per arrivare a quell’età in cui i “bambini” diventano a loro volta adolescenti e adulti, persone che  entrano nel mondo del lavoro, si sposano, hanno  figli.  E questa è generalmente una tappa che viene poco considerata.  Interessantissimi saranno gli workshop che toccheranno i seguenti temi:

1. il significato dell’essere adottivo nel corso della vita: quanto condiziona le scelte e il modo di considerarsi?

2. la ricerca delle origini: un bisogno di tutti? Come affrontarlo?

3. identità etnica: quale percezione hanno gli altri del figlio adottivo? Siamo portatori di una “doppia identità”?

L’essere stati adottati – spiegano gli organizzatori del “raduno”- costituisce una condizione esistenziale che accompagna tutta la vita.
Anche nel diventare adulti, i figli adottivi si trovano ad affrontare una serie di compiti che, seppure comuni a tutti, si colorano di significati peculiari proprio in considerazione della loro specifica storia personale. E nella costruzione dell’identità, trova spazio il desiderio che molti avvertono di scoprire le proprie origini: partendo da un viaggio ‘interiore’ in cui nasce il desiderio e la voglia di scoprire qualcosa in più del proprio passato come ho già detto in un  precedente articolo.
E’ fondamentale però  – spiegano i responsabili del CIAI – non fare queste esperienze “allo sbaraglio”, ma valutare se  il momento è adatto, se le motivazioni sono quelle giuste, se ci si aspetta troppo, poiché sono comunque esperienze emotivamente molto significative.
Molto raramente – continua – avviene un incontro con i genitori biologici, più spesso con altri famigliari. Se affrontato in modo maturo, ciò diventa un passo importante, un legame in più che arricchisce la loro vita senza stravolgerla”.   Peccato che il meeting sia rivolto solo ai figli adottivi adulti quindi maggiorenni speriamo che da questo nascano altri spunti di riflessione che aiutino noi genitori ad accompagnare ancora meglio i nostri figli fino a farli diventare degli adulti felici.

Elisabetta Dal Piaz

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