Prodotti commestibili al CBD: qual è la loro efficacia?

Ultima modifica 13 Dicembre 2021

Sentiamo spesso parlare di prodotti commestibili al cannabidiolo (CBD).
Ne esistono tantissime tipologie diverse, dalle torte alle salse, fino al cappuccino al CBD che viene venduto in alcune città degli Stati Uniti. E, alla fine dei conti, anche le varietà di olio CBD vendute, ormai, in numerosi negozi in tutta Italia, possono essere annoverate tra i commestibili al cannabidiolo, in quanto possono essere usate per condire il cibo.

In molti, pur interessati a questi prodotti, si chiedono se mangiando questo tipo di alimenti è possibile beneficiare del CBD allo stesso modo rispetto a tutti gli altri prodotti del settore della cannabis light.

Cercheremo di rispondere a questo interrogativo nel seguente articolo.

Alimenti al CBD: apportano davvero gli effetti desiderati?

Secondo alcuni studi, il CBD somministrato per via orale è efficace a dosaggi maggiori rispetto alle altre modalità. Uno studio del 2015 della New York University ha concluso che il CBD potrebbe essere usato per trattare pazienti con disturbi d’ansia, ma con dosaggi che variano tra i 300 e i 600 mg.

I prodotti di consumo a base di cannabidiolo, d’altra parte, ne contengono tipicamente dai 5 mg ai 25 mg.

Secondo la scienza, mangiare dei cibi addizionati con CBD non è pericoloso per la salute, ma bisogna ancora attendere dei risultati certi per essere sicuri della quantità necessaria di sostanza per avvertirne i benefici quando viene consumata per via orale.

Perché il dosaggio deve essere così alto nel caso del CBD, mentre i commestibili al THC possono addirittura stordire chi li consuma anche quando la concentrazione del principio attivo è appena di 10 mg? Il segreto è la biodisponibilità, ovvero la quantità di una sostanza farmacologica o assunta attraverso il cibo che arriva al circolo sanguigno senza subire modificazioni durante la digestione.

Sia il fegato che l’intestino possono alterare notevolmente la biodisponibilità di una molecola, rispettivamente attraverso l’effetto di primo passaggio intestinale e l’effetto di primo passaggio epatico. Quest’ultimo, in particolare, è la causa della bassa biodisponibilità del CBD rispetto al THC. Il fegato, infatti, metabolizza il tetraidrocannabinolo in una molecola dagli effetti ancora più potenti. Il cannabidiolo, invece, viene depotenziato a livello epatico.

Non c’è consenso scientifico sull’esatta biodisponibilità orale del CBD ma i dati che abbiamo attualmente a nostra disposizione indicano che la percentuale di principio attivo ingerito che arriva effettivamente nel sangue oscillerebbe tra il 4% e il 20%.

Quanto detto fin qui fa ben capire che, se da una parte sembrerebbero non esserci rischi legati al consumo di alimenti al CBD, dall’altra è opportuno informarsi sulla qualità del prodotto. In caso contrario si rischierebbe di acquistare a caro prezzo un alimento con bassa concentrazione di cannabidiolo e, vista la sua bassa biodisponibilità, non si beneficerebbe degli effetti di questa molecola. L’unico risultato sarebbe quello di aver pagato caro un prodotto senza nulla di speciale.

Ecco i principali alimenti al CBD in commercio

Esistono numerose tipologie di prodotti commestibili a base di CBD, tra i quali:

  • caramelle gommose: sono probabilmente il prodotto edibile a base di CBD più consumato. Vengono apprezzate soprattutto per la possibilità di portarle con sé e consumarle senza attirare l’attenzione di conoscenti o amici che potrebbero avere un’opinione negativa del cannabidiolo;
  • cereali per la colazione: la maggior parte dei cereali sono addizionati con vitamine e minerali per migliorare l’apporto nutritivo di chi li mangia quotidianamente. Numerose aziende del settore della cannabis light hanno da qualche tempo cominciato ad aggiungere a questi prodotti anche il cannabidiolo;
  • liquori e amari: questi alcolici vengono devono il loro sapore ad aromi naturali come erbe e frutta, e possiedono un sapore forte e deciso. Per questo l’aggiunta di CBD viene spesso gradita dai consumatori in quanto il sapore non viene stravolto e reso poco gradevole come alle volte avviene, invece, per altri tipi di prodotti. Ad ogni modo, gli effetti del cannabidiolo consumato assieme all’alcool non sono ancora stati studiati a fondo. Anche se non ci sono evidenza sulla pericolosità di questo abbinamento, è bene evitare di correre rischi inutili, chiedendo prima il parere di un medico esperto;
  • olio di CBD: nonostante venga poche volte citato tra i prodotti commestibili, l’olio di CBD può essere somministrato anche aggiungendolo al cibo come un qualsiasi altro olio vegetale. Pertanto, quando viene utilizzato come condimento, può rientrate nel novero dei CBD foods.

In conclusione

Da quando il CBD è stato riconosciuto dall’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) come novel food, gli alimenti contenenti questa molecola si sono moltiplicati in maniera impressionante e il mercato è ricco di questi prodotti.

Questa decisione dell’EFSA rappresenta un nuovo passo verso il superamento della visione proibizionista che, fino a qualche tempo fa, si scagliava anche contro il cannabidiolo, nonostante anche l’ONU abbia riconosciuto che si tratti di una sostanza non stupefacente.

Grazie a questi nuovi sviluppi, l’economia dell’Italia potrebbe giovarne davvero tanto, e farebbe piacere vedere il Bel Paese ritornare ai vertici mondiali nella produzione della canapa come accadeva prima che il proibizionismo si facesse strada nei Paesi occidentali. Le migliori aziende italiane del settore, come il noto Justbob.it, sono pronte a raccogliere la sfida.

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