Ultima modifica 19 Gennaio 2021

Si sta muovendo una corrente anti-pianto e posso anche capire il perché: il pianto smuove tutta una serie di emozioni negative difficilissime da sostenere specialmente per i genitori.

Ma il pianto per un neonato è comunicazione, è necessità, è sopravvivenza.

Non avendo la capacità di usare la parola, l’unica modalità per esprimere bisogni, disagio, paura, desideri è piangendo.
Creando così terrore nel genitore che teme di non capire i bisogni del figlio.

Spesso i genitori proiettano intenzioni o emozioni adulte sul bambino che in realtà sta solamente cercando di parlare con l’unico metodo che ha a disposizione!

Il pianto dei bambini

bambino-pianto

Non solo, attraverso il pianto il bambino può anche dar sfogo alle tensioni accumulate durante la giornata. E’ quindi compito dei genitori ascoltare, interiorizzare e comprendere il pianto del proprio figlio per poter dare delle risposte efficaci.

E così capita che genitori insicuri e preoccupati si chiedano se intervenire immediatamente ogni volta che il piccolo piange o lasciare che si auto-consoli.
Non ho mai pensato che sia giusto ignorare il pianto di un bambino, ma non trovo nemmeno utile e sinceramente sempre possibile correre al primo vagito.
Tutto bene di giorno quando se il piccolo piange due coccole e un po’ di latte risolvono tutto, un po’ diverso per quanto riguarda la notte.

Il bimbo piange. Che fare?

Per la notte ci sono tre correnti di pensiero: il metodo Ferber o Estivill dell’attesa progressiva o “cry it out”, il metodo Sears che prevede co-sleeping e quindi niente lacrime, oppure il metodo Hoggs del “sonno ragionato” una buona via di mezzo tra i due estremi.

E tutto torna sempre a cosa i genitori vogliono per se stessi, per il proprio figlio e per la famiglia. Volete dormire con vostro figlio nel lettone fino alla maggiore età con libera distribuzione di latte a seconda delle richieste del piccolo umano? Una vagonata di coccole sempre e comunque perchè il benessere supremo deve essere quello del piccoletto? Niente lacrime perché lasciar piangere un bambino è abominevole, disumano e sintomo di abbandono emotivo?
Metodo Sears super coccole niente lacrime!

Volete invece insegnare a vostro figlio a dormire, addormentandosi da solo nel suo lettino?
Volete dormire padroni del vostro letto e niente continui risvegli notturni, questo in virtù del fatto che anche la vostra vita e il vostro benessere conta ancora qualcosa?
Credete che il regalo più grande che possiate fare a vostro figlio sia l’autonomia?
Metodo Hoggs o Ferber.

Personalmente credo che nonostante il metodo Ferber e Estivill siano un po’ rigidi e troppo strutturati, abbiano funzionato per molti genitori e vadano rispettati. Insegnano ai genitori che il sonno può essere insegnato, magari piano piano a piccole tappe, ma ce la si può fare a farsi una notte completa di sonno. Non è impossibile!

I bambini che dormono tutta la notte senza poppare in continuazione esistono, e non solo nelle favole. Basta capire cosa si vuole e agire di conseguenza in maniera consapevole e con forza di volontà!

Psicologa, mamma di Ludovica, quasi tre anni e neo mamma di Tommaso. Non amo fermarmi, non amo le limitazioni, sono testarda, odio le ipocrisie e le incoerenze, adoro leggere e viaggiare, ancor di più da quando lo posso fare con mia figlia!

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