Ultima modifica 20 Aprile 2015
È un argomento difficile da trattare, perché eterno è il conflitto tra genitori e figli, soprattutto da quando la forbice generazionale si è così allargata. Il “progresso” è talmente rapido che divora tutto; usi e costumi di ieri sembrano già appartenere alla preistoria. Sento sovente ripetere “siamo nel 2012” giustificando così l’abbandono di regole di vita e di civiltà che si ritengono vecchie e superate, ma senza sostituirle con nuove, pretendendo di vivere ognuno a proprio modo senza mediazioni, anzi
protestando le proprie ragioni senza neppure ascoltare quelle degli altri, senza dubbi sulla validità delle proprie.
Ecco io penso che i compromessi siano necessari, le mediazioni siano indispensabili per un minimo di vita civile. Ma mediazioni e compromessi devono essere retaggio di tutti altrimenti si scivola nella prevaricazione.
Si è detto da sempre che la famiglia sia il nucleo su cui si fonda la società e che le famiglie sane siano il presupposto di una società altrettanto sana e qualcuno, senza memoria, rimpiange i bei vecchi tempi!
I tempi in cui regole scritte e non, affidavano il “comando” ad una sola persona, il pater familias che, così, teneva nelle sue mani “il potere”.
Ricordo una novella di Andersen “Quello che fa il babbo è sempre ben fatto”, nella quale, senza ironia, la moglie plaudiva il marito che, partito da casa con una mucca da vendere ne ritornava, dopo una serie di baratti, sempre più svantaggiosi, con un cartoccio di castagne secche!!!
Siamo all’estremo, ma è emblematico di un modo di vivere e di pensare in cui i rapporti tra i membri di una famiglia erano legati a gerarchie ben precise, disciplinati da regole ferree a cui era giocoforza sottostare. Né i figli si liberavano dal giogo paterno sposandosi, anche perché raramente si trasferivano in una abitazione propria, ma convivevano, più o meno allegramente, nella casa dei genitori.
Ah… i conflitti tra suocera e nuora o tra genero e suocera!
Sono diventati leggenda! Ma vi siete mai chiesti perché la figura del papà non comparisse mai? Semplice, perché l’operato del padre non si poteva discutere!
Erano quindi rapporti di soggezione, di conflitto latente.
Subitamente la figura del padre è un poco sbiadita, è stata fatta scendere dal piedistallo, non senza resistenze da parte di alcuni. E la mia generazione ha sopportato le differenze.
Ma i rapporti tra genitori e figli sono due facce della stessa medaglia, poiché i rapporti diversi vengono vissuti, a volte anche contemporaneamente, dalla stessa persona.
Quante volte ho sentito dire “capirai quando sarai anche tu…”. Forse è vero, ma le situazioni si evolvono, si diversificano, come ho detto, per esempio, i padri non sono più i deus ex machina, le mamme non si occupano solo ed esclusivamente della loro famiglia ed in primo luogo dei bimbi, i nonni non sono più i depositari del sapere.
E non sono considerati più di tanto, perché nuovi saperi, nuove conoscenze sono appannaggio delle più giovani generazioni e, spesso, i “più vecchi” non si sono tenuti al passo con i tempi e non solo non vivono, ma sono al di fuori della realtà nell’eterno rimpianto dei bei tempi passati e non riscuotono più grandi simpatie, ma vengono a malapena tollerati.
Forse se si riuscisse a capire che viviamo tutti, anche se a diverse età, lo stesso tempo e se ci sforzassimo di comprendere l’alto, i nostri rapporti sarebbero più chiari e sereni, ma forse è troppo difficile, forse manca proprio la volontà.