Screening gratuiti per i bambini e diretta social per l’ambliopia infantile

Ultima modifica 6 Maggio 2021

Il Progetto Elisa per la prevenzione dell’ambliopia riparte!

Con l’allentamento delle restrizioni per l’emergenza covid, medici e volontari riaprono studi medici e luoghi di incontro anche virtuali via social. Questo per portare avanti un progetto di prevenzione di estrema importanza nato ormai 15 anni fa.

L’obbiettivo è ambizioso: sconfiggere una patologia ancora poco nota ma che, di fatto, ogni anno colpisce silenziosamente in Italia circa 15mila bambini, il 3,5% dei nuovi nati.

Se l’ambliopia, nota anche come “occhio pigro” non viene intercettata e trattata precocemente il rischio di perdere la capacità visiva dell’occhio pigro è elevato. Non sarà possibile intervenire successivamente per recuperarne la funzione.

Le persone

A guidare questa campagna di divulgazione è l’Associazione nata per volontà di Enrica Mariateresa Ferrazzi. Mamma di Elisa Raimondi, oggi 24enne, un tempo paziente ambliope che ha felicemente risolto il suo difetto visivo con il dottor Roberto Magni, oculista di Erba specializzato in pediatria.

Il Presidente dell’associazione, porta avanti da sempre questa “crociata” per fare cultura delle prevenzione con screening gratuiti.
L’esame è del tutto non invasivo e si svolge con un apparecchio, l’autorefrattometro, che esamina “l’atteggiamento” visivo del bambino (tranquillamente in braccio alla sua mamma) e ne coglie i possibili deficit.

Lo screening visivo

Se un neonato ha un difetto di vista rilevante, non vede bene, non vedendo bene la funzione visiva non si sviluppa correttamente.
Il bambino con occhio pigro però spesso compensa il suo difetto usando l’altro occhio, senza che anche la mamma più attenta possa accorgersene.
Un esame specifico invece coglierà precocemente i segnali di allarme indicando un percorso terapeutico che consisterà semplicemente nell’occlusione temporanea (con un colorato cerotto-benda) e/o l’uso di occhiali correttivi. Rimedi che porteranno alla completa risoluzione del problema in tempo per l’avvio del percorso scolastico e senza possibilità di recidive. Ciò garantirà al bambino (e all’adulto che sarà) un completo recupero delle funzionalità dell’occhio ambliope.

L’esame viene condotto tra i 10 e i 22 mesi del bambino da un esperto.

I dati relativi agli screening effettuati dal 2008 ad oggi in tutta Italia direttamente o tramite enti partner hanno fatto scoprire molti casi da “codice rosso” del tutto insospettati dalle famiglie, permettendo di salvare la vista a tantissimi bambini, oggi sani e sereni.

Una corretta conoscenza della patologia e delle possibilità di diagnosi e terapia precoci sono le armi potentissime a disposizione delle famiglie grazie al “Progetto Elisa”.

Libri e favole

Il “progetto Elisa” è diventato anche una collana di favole e filastrocche nate proprio dalla penna e della fantasia di Elisa Raimondi che ha raccontato le sue reticenze e paure attraverso il primo libro “Anche le principesse portano gli occhiali” e quelli che sono seguiti e – novità – che stanno per vedere la luce in queste settimane.
Queste storielle, simpatiche e colorate, infatti evidenziano i risvolti non solo medici ma anche psicologici che un deficit visivo può comportare, aiutando i genitori a far indossare ai bambini lenti e benda occlusiva con piccoli beniamini di fantasia.
Anche Elisa infatti, inizialmente, di mettere gli occhiali non ne voleva proprio sapere, ma poi, imitando la sua eroina “quattrocchi”, ne ha fatto un vezzo portandoli orgogliosamente e sciogliendo ogni timidezza.

I libri saranno presentati anche l’8 maggio in diretta social alle 14 nell’ambito dell’evento “Il cibo ideale – Maratona per una sana alimentazione” della Fondazione Francesca Pirozzi che si occupa di divulgare l’importanza della prevenzione, anche attraverso il piatto, per prendersi cura della salute in famiglia.

Come mamma, – rivela Enrica, anima e cuore del progetto – ricordo che quando sentii per la prima volta parlare di ambliopia nei confronti di mia figlia Elisa ero spaventata e ignara del problema. Fortunatamente, avevo incontrato sulla mia strada un medico appassionato e preparato come il dottor Magni, che mi ha saputa rassicurare e guidare in un percorso di recupero.

Come cofondatrice dell’associazione, oggi, mi sento di dire che non abbiamo tempo da perdere: serve fare divulgazione e coinvolgere le famiglie per informare.
I nostri bambini sono troppo preziosi per rischiare che perdano, anche se parzialmente, un senso, quello della vista, che ci permette di raccogliere l’80% delle informazioni che sono attorno a noi.
Personalmente ho trovato anche facile parlare ai bambini e alla mia Elisa dell’importanza di portare gli occhiali grazie al linguaggio della favola, una passione che mi ha sempre vista impegnata nella scrittura di racconti e filastrocche e che ha stretto il legame con mia figlia, oggi 24enne, ancora intenta a scrivere libri di personaggi amici dei bambini.

Appuntamenti e contatti

Come si svolge una visita? Cosa fa l’associazione?
Come posso aderire agli screening? Dove trovo i libri di Elisa?
Sul canale Youtube è possibile scoprire tutto sul progetto, le visite, le attività e le iniziative dell’associazione.

Intanto, la prima data da appuntarsi per incontrare i referenti è, dopo l’8 maggio, la diretta social del giorno 11 maggio ore 17.30 su Instagram e Facebook in collaborazione con @pediatracarla – una vera “star” del web – e a seguire gli screening della vista che partiranno il 5 giugno 21 nei comuni comaschi di Cadorago e Guanzate.
L’elenco degli appuntamenti, che sarà aggiornato periodicamente, è disponibile sul sito.

Medici oculisti, ortottisti e referenti del “Progetto Elisa” sono sempre a disposizione per dare informazioni, consigli e indirizzare per eventuali consulti, nonché per la distribuzione dei libri di favole.

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