Storia di Lorenzo, dalla Silicon Valley a Broadway

Ultima modifica 6 Novembre 2015

 

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Nato a Como, emigrato negli Stati Uniti, Lorenzo Thione ha la faccia pulita e la freschezza di chi, i suoi 35 anni, li dimostra a stento. Sentendogli raccontare la sua storia, si fatica a credere che sia già riuscito a mettere in fila così tante esperienze di vita e di successo. Dalla creazione di Bing (motore di ricerca concorrente di Google) all’ideazione di un musical pronto a sbarcare a Broadway, quella di Lorenzo Thione è una storia densa di colpi di scena, ma che appare percorsa da un sottile filo rosso.

Lorenzo Thione sembra aver preso straordinariamente alla lettera le parole di Renzo Piano, che esortava i giovani a lasciare l’Italia ma a farlo per curiosità: per ampliare i propri orizzonti, non per “andare via”. È proprio in questi termini che il giovanissimo padre di Bing racconta la sua esperienza di comasco trapiantato in California: “Ho lasciato questa città quattordici anni fa e non per disperazione o disincanto, ma per pura curiosità. Volevo vedere come erano le cose dall’altra parte del mondo, ero molto giovane, non ancora laureato e con una gran voglia di esplorare, di conoscere.

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E di cogliere l’attimo, verrebbe da aggiungere: la storia di Lorenzo sembra infatti costruita sfruttando l’impulso a cavalcare l’onda, trasformando con creatività e capacità di analisi le suggestioni incontrate strada facendo. È così che nel 2006, Lorenzo lancia Powerset, la startup che crea l’alternativa a Google, il motore di ricerca Bing e che due anni dopo viene comprata da Microsoft per la non modica cifra di 100 milioni di dollari.

Ad avventura conclusa, Thione lascia San Francisco e si trasferisce a New York, dove dà vita ad Artify (un canale che offre un servizio di autenticazione delle opere d’arte digitali) e fonda il social media The Social Edge, dedicato alla cultura e all’intrattenimento.

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Non è tutto, però. Una sera – a teatro – Thione incontra George Takei, attore protagonista della serie “Star Trek”. Qualche giorno dopo, per pura casualità, l’incontro si ripete, sempre a teatro: davanti a una scena, George Takei si commuove visibilmente e racconta a Thione il ricordo della terribile notte in cui, subito dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbor, era stato internato in un campo di prigionia insieme ad altri 120 mila cittadini giapponesi. L’episodio fa da detonatore: nasce un musical  e nel 2011 – a dieci anni dall’attacco alle Torri Gemelle – Lorenzo Thione produce “Allegiance”, uno spettacolo che, sfogliando una pagina oscura e ingloriosa della storia americana, narra le reazioni immediatamente successive a Pearl Harbor. Con una produzione di più di 10 milioni di dollari,Allegiance” è sbarcato all’Old Globe Theatre di San Diego, attestandosi come lo spettacolo di maggior successo negli ultimi 90 anni. Il debutto a Broadway è previsto entro settembre.

A tessere le fila di avventure lavorative che di primo acchito sembrano così lontane, non è il caso – infatti – ma si tratta di serendipityun termine coniato tre secoli fa da Horace Walpole. Il nome suona oscuro, ma il concetto è chiaro e vecchio come il cucco: lo conosce ogni scienziato che si imbatte casualmente in un risultato inatteso, lo conosceva (molto prima che venisse coniato) Cristoforo Colombo, quando partì per raggiungere le Indie e – strada facendo – trovò l’America. Serendipity, come spiega Lorenzo Thione, è “ciò che capita inaspettatamente a chi si pone nella condizione di cercare qualcosa.

Entusiasmo della metà? Non esattamente. “La chiave – spiega Lorenzo Thione – è non essere spinti a fare qualcosa dall’idea del risultato, ma dal puro entusiasmo del fare.

Speriamo che l’entusiasmo del fare ci spinga sempre avanti.

Paola Lovera

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