Io e te, solo io e te.

Ultima modifica 20 Aprile 2015

Premetto che sono stata una di quelle che ha votato SI’ con convinzione al referendum che ha introdotto il divorzio, ma la mia convinzione si riferiva a casi se non estremi, importanti.

Sapete un tempo solo i cattolici ricchi potevano annullare il loro matrimonio ricorrendo alla Sacra Rota e solo ed esclusivamente per problemi riconducibili alla religione, ma chi religioso non era? Chi si era sposato solo civilmente? Doveva rimanere sposato per sempre.
Ma ero e rimango convinta che ci si dovrebbe sposare non per la cerimonia, non per i regali, non per l’abito, non per il viaggi di nozze, non per la fede al dito e per lo status che offre, ma perché, amandolo, si vuole vivere accanto al proprio partner, ne si accettano pregi e difetti, si sia disposti a mediare e, se entrambi ne sono convinti, completare la famiglia con i figli.
E sono altrettanto convinta che si deve essere molto sicuri di se stessi, e, dopo la cerimonia, si deve  fare di tutto per andare d’accordo e vivere al meglio.
Molti oggi dicono l’amore può finire, si sa, e si nascondono dietro questa frase avanzando il diritto di separarsi e di rifarsi una vita.

Ci risiamo con i diritti, ma i doveri?

Vi propongo un caso forse estremo, ma emblematico.
Due si sposano, lui impiegato in un ufficio, orario unico 7,30-13,30, lei agente di commercio  di prodotti di alta specializzazione , con un giro di affari che la porta sovente lontano da casa e per alcuni giorni.
Gli stipendi sono diversi, 1200 euro lui, 2000 lei, dovuti al suo maggiore impegno se non alla qualità del lavoro, differenza che lui in un primo tempo ha accettato, ma poi gli pesa, non lo dice, però, perché si sente offeso nell’orgoglio. Hanno un figlio e, per fortuna, l’aiuto dei genitori di lei, ma lui è sempre più insofferente, in silenzio, però.
In presenza della moglie ha il solito comportamento, sembrano una coppia felice, una famiglia felice, ma quando la signora era assente….lui cercava e otteneva consolazione altrove, togliendo il tempo al figlio, ma con discrezione tanto che nessuno se ne accorse e le consolazioni erano sempre diverse.
Ma un giorno trovò una donna che ritenne giusta per lui, una che guadagnava 800 euro con un par-time, era sempre a casa quando lui tornava dal lavoro, cucinava sempre, lo coccolava, non feriva, mai, il suo orgoglio di maschio. Disse a sua moglie che non l’amava più, che l’amore può finire, null’altro e se ne andò di casa.
Concordarono l’assegno di mantenimento per il figlio, le sue visite, ma l’amore in lei non era scomparso.
Poi, dopo mesi, lui confidò di avere incontrato una persona che gli piaceva, poco dopo di aver scoperto l’amore e, fece passare ancora qualche mese poi andò a convivere.
Dopo il divorzio la sposò.
Non posso dire quando lei cessò di amarlo, non subito, forse, perché lui aveva agito bene, ma era stata profondamente ferita anche perché mai lui aveva accennato al perché, al vero perché la aveva lasciata.
Sono passati 8 anni da allora e il loro figlio compie 9 anni e lui non si presenta alla festa di compleanno di Mattia, e si che lei lo aveva coinvolto da subito e sapeva quanto il figlio ci teneva che lui fosse presente, ma lui non interviene senza neppure telefonare.
Ha una valida scusante, dice, la figlia che ha avuto dalla nuova moglie è disabile psicofisica, ha gravi problemi e lui doveva accompagnarla ad una visita specialistica, non ha pensato ad avvertire della sua assenza.
In fin dei conti non è un grosso problema se non ha partecipato ad una festa di compleanno!!!
E inizia a non assistere alle partite di basket, a non andarlo più a prende a scuola, ma pretende che la madre lo accompagni a casa sua e si lamenta perché la stessa non vuole salire a conoscere la figlia e la sua nuova moglie, ma che lo lasci nel portone e poi scompaia, parole sue.
E quindi diminuisce l’assegno di mantenimento, poi non paga più e trascura sempre più il figlio che ne soffre.
Lei chiede il suo tempo e il denaro, non per lei, ma per il figlio, per il loro figlio.
Chiede che il padre, almeno qualche volta passi il tempo con lui, vada ad una partita, lo vada a prendere a scuola, qualche volta.
Ma lui pensa che non siano cose importanti, non importanti come l’aiuto che deve dare alla sua seconda moglie, alla sua piccola invalida: di fronte ai loro problemi che conta la presenza ad una partita o aspettare il figlio davanti alla scuola? Non sono cose importanti, dice lui.
Sapete l’atteggiamento dell’ex non è il solo problema, è quello delle persone che la circondano, che incontra a destabilizzarla del tutto.
Lei dicono che lei deve capire, che in fin dei conti lui aveva il diritto di rifarsi una vita, che lei dovrebbe andare a casa di lui e cercare di dare una mano, c’è una bambina disabile, lei guadagna bene e dovrebbe rinunciare all’assegno, che può mantenere da sola il figlio, che dovrebbe cercare di fargli capire l’atteggiamento del padre ed i bisogni della sorellina.

Ma Mattia ha solo 9 anni.

Ed è lei che deve convincerlo, deve convincerlo che il padre lo ama, che è triste per non poterlo vedere sempre, per non poter partecipare alla sua vita perché deve occuparsi della sorellina, che lei non è più importante, che è lei che ha più bisogno, che lui ormai è un ometto e deve capire.
Ma lei non crede che questa sia la verità e la feriscono le accuse, lei non ha mai parlato male del padre e lo accompagna regolarmente da lui, regolarmente è un eufemismo, perché lui non è sempre disponibile, anzi.
Ma tutti, o quasi, l’accusano di insensibilità, di non aver mai superato il trauma della separazione, come se questo fosse una colpa!
Non voler conoscere la nuova moglie è una colpa, per alcuni, che compatiscono lui per la disgrazia che lo affligge.
Lei in fin dei conti è grande, suo figlio è sano: che cosa vuole di più? Ieri lei ha saputo la verità, gliela ha urlata lui davanti al figlio, le ha detto che non sopportava quella sua aria di superiorità, i suoi maggiori guadagni, i dover essere solo, qualche volta, la notte, e perciò ha cercato e trovato di meglio, che a lui ora interessa la piccola e dare sollievo alla moglie,

Arrangiati!
Ha concluso, incurante che Mattia fosse presente. Sapete il bimbo ha guardato suo padre senza parlare e si è avvicinato alla mamma prendendole la mano: io e te, le ha detto, solo io e te.

Nonna Lì

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