Tabelline sì o tabelline no?

Ultima modifica 20 Giugno 2019

E’ passata già una settimana dagli articoli di alcuni quotidiani che fanno esplodere notizie a ripetizione come i fuochi della notte di San Silvestro e io sto ancora a chiedermi perché fanno così.

Articoli che parlano delle tabelline quasi fossero “Il problema dei problemi” nell’apprendimento della matematica nel mondo, evitando accuratamente di scrivere nel titolo che il problema vero… ce l’hanno i bambini inglesi.
Sì, perché sono loro che devono impararle fino al 12 e affrontare verifiche a tempo sull’argomento.
Il nuovo regolamento delle scuole inglesi impone queste nuove direttive.

scuola_matematica

Un attimo. Dal Corriere della sera del 26 dicembre : “Jo Boaler, docente inglese di didattica della matematica, attualmente in servizio all’università di Stanford, in California. Parlando dello studio della matematica e dei metodi più efficaci per diffonderlo tra i giovani, ha dichiarato che giudica «disastroso» il sistema di apprendimento attuale delle tabelline. «Io non ho mai memorizzato a pieno le tabelline – ha spiegato – ma questo non mi ha certo impedito di dedicare la mia vita alla matematica. Quello che considero sbagliato è far credere a un bambino che, se non riesce a fornire in tempi record il risultato di una tabellina, significa che non è portato per la matematica».

Cioè noi dovremmo portare la bandiera di un’insegnante inglese che ce l’ha col sistema educativo inglese, diverso dal nostro per tempi, obiettivi e valutazione? 

Senza considerare che questa estate, proprio lo stesso quotidiano faceva uscire un articolo che parlava della “santità” degli insegnamenti orientali della matematica, che sono esattamente quelli a cui fa riferimento il Ministero dell’Istruzione del Regno Unito nel nuovo indirizzo.

I bambini italiani, tranquilli, non hanno verifiche ufficiali a tempo e a scuola non c’è la ghigliottina dietro la LIM.

La scuola italiana ha dei riferimenti chiari:
Indicazioni Nazionali settembre 2012:
Obiettivi di apprendimento al termine della classe terza della scuola primaria
Numeri – Contare oggetti o eventi, a voce e mentalmente, in senso progressivo e regressivo e per salti di due, tre… – Leggere e scrivere i numeri naturali in notazione decimale, avendo consapevolezza della notazione posizionale; confrontarli e ordinarli, anche rappresentandoli sulla retta. – Eseguire mentalmente semplici operazioni con i numeri naturali e verbalizzare le procedure di calcolo. – Conoscere con sicurezza le tabelline della moltiplicazione dei numeri fino a 10. Eseguire le operazioni con i numeri naturali con gli algoritmi scritti usuali. – Leggere, scrivere, confrontare numeri decimali, rappresentarli sulla retta…

Quindi bisogna studiarle.

Ma le indicazioni anticipano anche che la scuola deve diventare un laboratorio affinché i bambini scoprano da soli non solo conoscenze e competenze, ma anche l’utilità e la convenienza dei loro apprendimenti.

Conoscere le tabelline permette di risolvere moltiplicazioni e divisioni a mente o in colonna in modo veloce.

Ma oggi c’è la calcolatrice!!!!

Ok. Allora concediamo ai bambini di pappamollare ancora un po’ le loro meningi…dai, allegramente.

Ma l’Italia è più avanti… è un segreto però… o così sembra dai giornali.

Le tabelline, come gli algoritmi delle quattro operazioni, sono scogli a volte insormontabili per alcuni bambini e la nostra scuola, valutando la reale difficoltà, permette (pur seguendo il medesimo percorso della classe) come strumenti compensativi l’utilizzo di Tavola Pitagorica e calcolatrice.tabelline

Quindi, io dico, da insegnante, che memorizzare le tabelline, dopo averne scoperto l’essenza matematica e la convenienza in termini di ottimizzazione del tempo di lavoro, è utile e per niente dannoso.
Il problema o il non problema lo fanno gli insegnanti.
L’errore più grande, secondo me, è demandare tutto al genitore e restringere l’apprendimento ad un periodo di 4 mesi.
E’ vero che in 4 mesi i bambini possono memorizzarle tutte, ma non è detto che debbano.
Le tabelline vanno ripetute dalla seconda alla quinta in ogni modo e regolarmente.
E non è neanche positivo mollare chi non riesce subito, perché attraverso giochi di gruppo, col tempo, qualche tabellina può diventare familiare. Ognuno ha i suoi canali per l’apprendimento.
E poi ci sono strumenti pratici e funzionali come la Tavola Pitagorica, la linea del 100 di Bortolato e modalità canterine che possono affiancare fino al raggiungimento dell’obbiettivo… che sostengono moltissimo la memorizzazione e che un genitore può acquistare, anche di sua iniziativa,
se si trova in difficoltà.

Cioè, invece di eliminare l’insegnamento, pensiamo ai modi per renderlo agevole e a tutte le possibilità che abbiamo a disposizione.
E iPad, tablet e smartphone? Dove li mettiamo? Ci sono mille applicazioni e se chiedete ai vostri bambini ve ne scaricheranno un centinaio per giocare.
Anche Focus Junior, seguito da studiosi matematici del calibro di Daniela Lucangeli, propone diversi giochi tematici  e canzoni per memorizzare.
Possibile che in Italia sappiamo solo guardare oltre la frontiera?? Ma possibile?
E in seconda,  la smettiamo di spianare gli ostacoli ai nostri figli, ché di tabelline (e non faccio battute sui bambini con difficoltà oggettive) non è mai morto nessuno.

Ylenia Agostini

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